profondamente bella , la sai che nemmeno sapevo che fossero i prodromi ,un salutone,,,,,,,,,non si finisce mai di imparare ihihihihihihih
Gail, ringrazio io, te, per avrmi riportato a quei verdi ed a quella situazione emozionale, sette anni son un mucchio di tempo, cambiano prospettive ed esigenze, e non sempre in meglio, ma come dice un adagio "non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume " e facendo riferimento a tematiche così personali ed intime nulla è più calzante e appropriato, ora scriveri le stesse cose con la sensibilità di oggi, che sarà gioco forza differente da quella che avrò il giorno seguente, Panta rei ( tutto scorre ) e guai se così non fosse... sergio
Anna, sono contento che i miei versi abbiano incontrato le corde della tua sensibilità. Ti ringrazio per avermene lasciato traccia, sergio
Cosimo, parlare di tempo e di sentimenti, è come scoperchiare un calderone emozionale, un guazzabuglio passionale che ognuno di noi cova e assopisce o rinfocola a seconda delle situazioni e dello stato in cui si trova. Parli di legami e di come sia facile oggi più che in altri tempi derimerli, vero, vero anche che l'amore non deve essere dato per scontato per acquisito una volta ottenuto, non è un patto un contratto, è un leasing il cui pegno si paga ogni mese ogni anno, senza fine ne posticipazioni, ed il bene non verrà mai alienato non divverrà mai di proprietà per quanto a lungo e per quante tranches si paghino, questo s'intende è il mio pensiero, io vorrei essere amato ogni giorno e sentire sulla pelle l'emozione di questa continuità, ma di contro sono uomo, e nella mia pochezza, non sempre riesco a mettere prima del mio interesse del mio io, del mio bisogno, la necessità gemella alla mia di essere e di continuare ad essere amata ogni giorno che ha Lei, Questo bilico d'anime rende complesso ed articolato il proseguo dell'amore questo mutare l'innamoramento in cui tutto è nella sua espressione massima nella sua apoteosi possibile nel suo climax di passione d'intenti..in amore consapevole, continuativo affidabile, esclusivo ma anche inclusivo vivo e non coperto dalla naftalina dell'abitudine.... ah, amico mio dove conduce il ragionare di questi temi, e dove mi hanno condotto le tue parole....sergio
Paolo, ti sono grato per i segni che lasci ai miei versi, più puntualmente di quello che riesco a fare io, sono altresì contento di averti indotto a googleare, la curiosità paga.....sergio
Il passato ha radici profonde, segna i passi di un divenire che è proprio, restio ai consigli, ai suggerimenti, alle critiche. C'è la forza ostinata di credere in se stessi e ciò è il suggello di una fiducia incrollabile. La tua, s'intende. Il mio apprezzamento. Cari saluti, Sergio.
Fiducia incrollabile, Decio, Mhmhhh... magari, però non so nemmeno se la vorrei una fiducia così, mi basterebbe avere una certezza solida ma capace di essere messa alla prova e risistere o cedere a seconda che l'evidenza lo comporti o lo ammetta...E questi sono giorni per me di dubbi e di verifiche, della ineluttabilità del passato e della frammentarietà del futuro in un presente che si attorciglia in spire di necessità...Grazie per la lettura, sergio
Questi versi sono un breve trattato sul ricordo: ricordare, non ricordare, non voler ricordare; ma io credo che più si cerca di non coinvolgersi nei ricordi e più si ricorda. L’uomo è nemico del passato peggiore, ma non può farne a meno, perché il passato è parte del proprio essere, del proprio cuore. In latino “ricordare” viene da RE-CORDIS è quella parte del cuore che torna indietro (RE) e COR, CORDIS = cuore, quello che lo gestisce. Più accettabile è che il poeta trovi appagamento nei suoi versi che setacciano gli oggetti della memoria. Egli stesso parla di coinvolgere, avvolgere, sfiducia, rinuncia, ma anche di sicurezze inamovibili frutto del tempo. Debbo quindi dedurre che quel “non lo si ama più” sia solamente un’esigenza poetica, perché il ricordo, anche il più brutto, fa parte della nostra memoria, quindi della nostra storia personale. Vi prego di giudicare questo mio commento, per quanto errato esso sia, solamente come un’interpretazione personale.
Ugo, il ricordo è una chiave di lettura della nostra vita inalienebile personale irrinunciabile per quanto dolorosa possa essere, e tu lo hai detto esattamente. Quello che non si ama più , che non amo più, è un presenete fatto di rinuncie di aprossimazioni di tiepide passioni, di volto voltato per non vedere, è questo che non amo più, avere scoperto che uno dei pericoli del passare delle stagioni è usare il ricordo per diluire il presente come fosse un rimedio per il l'amoro della consapevolezza...grazie per il tuo gradito commento Ugo, Sergio