Vi vedo nel cielo
terso dopo tempesta
guardarmi dall’alto
della vostra imponenza.
vi scruto dipinte
sulla volta celeste
a squarciare i confini
dell’immaginazione
nei giorni non belli del maltempo.
non mi importa della pioggia caduta
né dei disagi che avete creato.
in fondo è il vostro mestiere
o professione meteorologica
non so...
ma quanto siete belle!!!
nuvole...
enigmi d’un dipinto celestiale
trasfuse sulla tavolozza poliedrica
d’un cielo colorato di soffici sfumature
su cui ammiro il degradare tridimensionale
del sole che vi si specchia
dal davanzale del creato.
dio che m’hai creato
se ci sei non so,
ma saranno esse forse di te
la traccia che avevo ignorato?
eppure che fastidio
quando vi vedo cupe
gravide colorate plumbee
d’un nero pregno di pioggia in nuce...
ma poi quando sgravide di vostro fardello
m’apparite radiose e lucenti
soffici cotonose come arazzi
d’un bianco zuccheroso
nella cui dolcezza misento piccolo...
ma proprio piccolo...
allora mi sembra che ogni sofferenza
s’alleggerisce diventando piuma
che nel candore del vostro bianco
si confonde gioiosa