PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 18/04/2014
I miei polsi sono di cartapesta,
flessibili e sinuosi,
dall’ulna sporgente.

“E’ come suonare il pianoforte”,
diresti.

e intanto
conduci le mie parole
verso la meta che hai scelto.

dirigi i miei sensi
con prudenza e perizia.

come fossero
ultimi istanti
del tuo pensiero cobalto.

con disinvoltura
tratti le mie paure.

e i miei quesiti
che non sempre
cercano soluzione.

non sai ascoltare in silenzio,
ma pretendi di creare il mio equilibrio,
quando, taciturna, barcollo
nella tua vita.

mentre il tuo sguardo
insiste sul mio corpo
vestito d’organza bianca.

e capricciose lacrime e malizie
stillano,
non soltanto dagli occhi.

non ho speranze
che possano rendere mie
le tue guance.

perché avvenga
dovremmo versare il sangue
nello Stige.

e dunque,
di mattina,
arrivano languide lingue di sole
a far luccicare il copriletto rosa conchiglia.

dopo notti immobili,
nel nostro tempo
che è reticolo di mente
e respiri divisi.
  • Attualmente 4/5 meriti.
4,0/5 meriti (4 voti)

.....cara Alessia, i tuoi versi sono sempre emozionanti anche perché credo poco a quei respiri.....divisi.....; un abbraccio, rom.

il 18/04/2014 alle 22:48

Ma traspare pure un certo senso di sottomissione, o sbaglio?

il 19/04/2014 alle 13:35

Le descrizione e le immagini evocate sono il riflesso della tua interiorità. Bravissima!

il 19/04/2014 alle 18:16

Grazie per i vostri commenti molto graditi. Per turbociclo: sottomissione dici? Forse al destino. Buona Pasqua. Alessia

il 20/04/2014 alle 20:09