Ammazzo il tempo schiacciando pidocchi alla scimmia
che da due giorni mi porto sulle spalle
lo scorrere della vita ci scivola sulla pelle
e mordo l’orologio per fermare il tempo
avvito e svito lampadine per cercare un idea
mi riempio il corpo d’alcool
per conservare il più allungo possibile gli organi interni
una sera di maggio mi sono infilato un sogno nelle vene
e d’allora mi disseto con le lacrime
punti il dito e premi il grilletto
dalla tua bocca escono fiumi di parole come proiettili
io sulla poltrona sono un bersaglio fisso
senza più anima da barattare con il diavolo
un professore del liceo mi diceva sempre
-:Kiarini te sei bravo a ciondolare esattamente come un paio di coglioni:-poi morì di cancro stretto alla sua stecca di ms
oroscopo cinese scritto in arabo
la stella polare vista dal deserto
costruisco lego di pensieri nella mia fantasia
spezzetto in quartini la realtà
e li nascondo sotto la lingua
acceco il sole con l’unghia più lunga
ed inizia a sanguinare gocce di stelle
scolo la bottiglia e la luce si spegne
troppa confusione tra le righe
Forse
sarà meglio dormire