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Pubblicata il 14/03/2014
Il bianco sembiante dal cielo sospeso
ha lance divelte nel sentire conteso
rugiadosa irriverenza di morsa
sbiadita rosa sfiorita in corsa
morente rinascita dai rami di vita
nell’occhio del vento sfuggente alla meta
canto rapito d’inascoltata ferita.
quel vivere in placenta incapace d’ascolto
fingendosi nuvola di ricamo devoto
soffocata memoria in pensieri esausti
accarezzando rughe d’istanti senza fasti.
accanto alla morte la sorgente alla fine
disegno di cerchi in claustrofobica mente
come sasso nell’acqua vive di quiete morente.
spasmodica irrisolta inquietudine
maldestro legame di spezzata solitudine
abile follia in bottiglia liquida
promesse fatue inadatte alle grida
l’odio profondo, la violenza intima
le poche risposte nate di sfuggita
in un uomo morto, col corpo in vita.
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Cosimo cosa posso dirti io se non che Dio non esiste ma io sì! Rido! ciao caro! ^ ^ E grazie...

il 15/03/2014 alle 00:07