Un gomitolo di nervi,
su me stessa ricurva come chi cerca qualcosa
che ha già trovato infondo ,
qualcosa che sevizia la quiete da troppo tempo ormai,
come schiacciata da un peso enorme,
inarrestabile al volto , al grido
all'inquieto sdipanarsi del sole in mille
schegge d'alabastro-
ed è già eclisse,
tra i cristalli d'anima lasciati sotto alle tue scarpe,
e l'umida saliva di tabacco e indifferenza,
e mi compiaccio di questa inattitudine
al mestiere della vita,
fermezza di bimba mai svezzata,
sola in un grido taciuto,
non so nuotare ma boccheggio grassa
nell'utero del mattino
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