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Pubblicata il 08/03/2014
Quann citt citt ti vien curc a ra banna mia,
quann m'abbrazz e mi vas l'uocchj,
quann ti quarij a ru fuoc ca m'appiccj,
quann ti spugghj e ti viest i ra gioia mia...
tann mi fa sentar na fimmina china i tia.
e na fimmina è fimmina
sulament si si senta china i ru mascul sua.

traduzione
quando in silenzio vieni a dormire al mio fianco,
quanto mi abbracci e mi baci gli occhi,
quando ti riscaldi al fuoco che mi accendi,
quando ti spogli e ti vesti della mia gioia...
allora mi sento una donna piena di te...
e una donna è donna
solo se si sente piena del suo uomo.
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il testo e bello. ma sembra la scena del film ben venuti al sud, quando imparano il milanese a parlare napoletano. ritenta sarai piu' fortunata . pupetta.

il 08/03/2014 alle 18:30

Sai, pupetta, il mio dialetto è molto stretto. Sono Calabrese, ho scritto nel dialetto del mio paese e tradurlo non è semplice. Se scrivi una poesia in dialetto è sempre meglio non tradurla... perde molto. Ho fatto un piccolo esperimento!!! Grazie.

il 08/03/2014 alle 18:37

bho'!! non sapevo che il calabrese fosse un misto tra siciliano e napoletano, perche' la . j. viene piu' usata dai napoletani . le parole son belle. pupetta .

il 08/03/2014 alle 18:51

Come in tutte le regioni ci sono i vari dialetti...il mio e coriglianese (Coriglino Calabro, il paese di Rino Gattuso per intenderci)

il 08/03/2014 alle 19:07

la calabria e' una terra molto bella, piena di cultura. pupetta.

il 08/03/2014 alle 20:14

matruzza bedda, cà a dialettu finiù....mi piacerebbe sentirla declamare, penso assumerebbe delle tonalità molto concitate...un saluto, fra

il 14/03/2014 alle 14:18

Anche a me

il 05/01/2015 alle 00:56