non è inverosimile caro poeta
che stanotte quaggiùsul selciato brilli una stella
il tempo piange
una liquida essenza
canta il cielo
e su di noi si versa.

era attesa da anni
questa dolce e calda pioggia.

a volte lo sai
la distanza rinforza
quel seme incredibile dell'amicizia
lei si era assorbita
nel profondo di un ' anti co castello.

sapeva solo lei
che ,malgrado tutto
era risposta
per ogni grigio momento.

ora a notte fonda
dall'angolo intatto
di quel taschino
è riuscito per perlustrare Roma
con il leone un topolino.
è piccolo
miope e presbite vaga
ma s'affida d'istinto
nel filo del sentiero
a quell'ombra,
la segue felice
saltellando
dietro quel poetico passo
che segna squadrato
ogni sanpietrino.
le luci sulle pozanghere
sono fricicarelle
attendono
che riprendiamo
tra le mani le penne
e facciamo di un nuovo foglio bianco
una nuova barca
affinchè scivoli
sull'onda di ogni rima
che c'accompagna.
dove conduce e lo sa solo lei ,la speranza.
perciò travestiti
da nuovi vichinghi
riscopriamo la conosciuta america
tu poeta nocchiero
alza la vela
io mozzo libero
levo dal molo la cima
salpiamo
con il vento amico che ci chiama.