Sei libero, Andrea... tutti lo siamo! Il cavaliere del crepuscolo: Sir Morris
Forse non tutti siamo ancora Liberi! Ci sono ancora degli schiavi e delle schiave, ha ragione Andrea!
e'vero andrea, anche i liberi,non sono mai veramente liberi,figuriamoci poi gli altri...........marinella
caro Andrea gli schiavi ci sono stati, ci stanno e continueranna a starci , la soluzione e' la sua stessa radice ,cose' l'odio siamo sicuri che tutti si comportano bene ????? un salutone
Poesia bellissima. Come sempre, mi dai degli imput, che spingono a riflettere su tematiche esistenziali. Cos'è la libertà? Siamo veramente liberi? Attraverso questo dialogo serrato, di grande intensità lirica, fai intendere che tutti siamo nello stesso tempo schiavi e liberi; forse dovremmo liberarci dalle catene imposte dalla paura di cambiare, da un'interiorità non del tutto realizzata. Bravissimo Andrea! Ti abbraccio
Bellissima poesia. Mi associo a quanto commentato da Aedo. Ciao, Antonella.
Considero la libertà non uno status, ma l'atto delle scelte. È in quel momento che, dentro di te, sai se davvero sei libero o no. Libero di scegliere il bene, libero di scegliere il male. Lo senti, se la scelta è libera o condizionata.
Sai cara anna dipende pure ognuno cosa intende per libertà, io con questo testo volevo indagare la libertà delle scelte, lo scontro fra la mentalità già imprigionata e quella che ancora si chiede, indaga su come giungere a qualcos'altro...grazie delle tue parole, ti abbraccio,, andrea
paure, dubbi, povertà, malattie e tanto altro...l'idea della libertà che noi umani abbiamo è così alta che basta poco per creare una prigione, che basta poco per finire in una prigione, spesso create da noi stessi a mio vedere...grazie anche a te, ti abbraccio dolce marinella, andrea
l'odio secondo me è come l'amore privato del suo aspetto positivo, in un certo senso è l'eros dell'amore...quella passione(distruttiva) che invade ed acceca...nessuno è esente dal provarlo almeno una volta, nessuno si comporta sempre bene....volendo fare una battuta, beato Odisseo allora...grazie del tuo prezioso passaggio caro paolo
Come sempre riesci a comprendere le mie parole nel loro senso più puro, un grazie speciale quindi va anche a te caro Ignazio....ammetto un timore mentre scrivevo questo testo ieri sera, temevo che la mancata forza scurrile del linguaggio potesse penalizzare la violenza insita nel dialogo, almeno da una parte dei due "schiavi"...credo infine che il non aver scelto termini offensivi, o villani come usava dire una mia maestra delle elementari, abbia dato modo di concentrare più la violenza psicologica delle parole, almeno spero di aver fatto qualcosa di simile....ovviamente non volevo qui parlare o accennare alla schiavitù che viene ricordata dai libri di storia, ma una schiavitù morale, mentale e perchè no spirituale, oltre uno scontro generazionale in un certo senso....queste ultime parole non son per te, in quanto credo tu avessi compreso tutto ciò, lo scrivo per esporre chiaramente e spero esaustivamente ciò che mi ero prefissato di trattare con questa poesia....grazie ancora, scusa la risposta lunga, ti abbraccio, andrea
grazie caro fabry per il tuo commento importantissimo....come scrivevo in qualche commento sopra, ognuno di noi dà all'idea di libertà un alto valore, così alto che racchiudendo mille sfere trova anche mille ostacoli...c'è secondo me una varietà con cui entriamo in relazione con la libertà, la libertà come status, ovvero il cittadino con dei diritti riconosciuti e tutelati(?)...la libertà morale e di scelta che tratto in questa poesia a cui il tuo commento fa dà arricchimento...la libertà di pensiero, di vita, di morte etc....quindi la libertà è idea tanto alta da racchiudere mille accezioni/eccezioni....questo è il mio umile pensiero, grazie delle tue parole che pienamente condivido caro Fabricio, ti abbraccio, andrea
L'odio, l'arroganza spietata, l’abuso, ecco la verità del mondo. Fa rabbrividire la realtà di queste asserzioni, specialmente perché non maturate dall’esperienza di un adulto, ma dall’acume di un giovanissimo, senno del futuro. Andrea si sofferma anche sul concetto di libertà: siamo veramente liberi di fare e di pensare, o anche il nostro pensiero è manovrato, controllato, usato? Brutti tempi quelli che viviamo, il giovane poeta lo percepisce, ne patisce, ma non demorde; si conforta con i suoi principi, con i valori in cui crede e di cui va fiero: questi versi, sua giudiziosa valvola di sfogo, lo dimostrano. Bravo Andrea, come sempre. Ugo.
Grazie delle tue accurate parole caro Ugo, un caro abbraccio, andrea
c'è un solo posto in cui siamo liberi, completamente liberi: la follia!.........la prima schiavitù è quella che noi stessi ci diamo, quella che il nostro pensiero razionale ci impone, e poi le mille altre gabbie delle convenzioni social, morali, degli affetti.....d'altra parte, però, la vita associata esige necessariamente l'adattarsi, l'adeguarsi, porsi dei limiti.....e questa è già prigionia.... è un dialogo tra anima e mente il tuo, o così lo interpreto, nel quale ritrovo molti dei dialoghi tra la mia anima e la mia mente di quando ero ragazza......poi si cresce e si finisce per abituarsi ai limiti, per rassegnarsi all'idea che la libertà, quella vera e illimitata non esiste, non può..a meno di non fare come l'Enrico IV , mi sembra di Pirandello.!:-) piaciuta molto! ti abbraccio, Andrea eos
Mi ricordo un mio vecchio testo in cui definivo la follia come un'altra prigione, ed anche tu eri di questo avviso, hai mutato idea?...ti do ragione se percepiamo la follia come l'intendeva Pirandello, allora lì si che "sentiremmo fischiare il treno"....ma come tu dici vivere è anche convivere, convivere con se stessi ma sopratutto con gli altri, nel bene e nel male...la libertà in questo caso è secondo me restare se stessi nella massa...per me la libertà è il limite dell'esistenza, ne abbiamo un'idea ma non la viviamo veramente, inoltre sbaglia a mio dire chi crede che libertà sia fare ciò che si vuole in barba a tutti...ti ringrazio veramente di cuore, ti abbraccio cara Eos, andrea