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Pubblicata il 01/02/2014
Felici per una discesa non troppo scoscesa
quattro piedi saltavano da un sasso all'altro,
c'erano i resti delle fiumane di una recente primavera,
tutt'intorno cicale tra profumi rinsecchiti
e resti di pasti frugali a tutte dita consumati.

ogni tanto uno sfiorare di mani quasi increduli
due risate per ricamare l'imbarazzo
la voglia di incidere eucalipti
i capelli al vento di scirocco annodati.

questa delizia è già rigata
da un addio incedente
nella notte da ebeti sulla torre
dove i sempre e i mai
vengono così facilmente

ora, mi sembra sotto il novilunio,
un abbraccio davanti a un rombo di motore
tu e i tuoi occhi liquidi e sorridenti:
“Dai che è tardi e a mezzanotte nasce un giorno come tanti”.
io, due palpebre sussurrate con l'espressione indecente
di chi sa che così
non ci saremmo più incontrati.
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Piaciuta nel suo contenuto e nella sua forma! Sir Morris

il 01/02/2014 alle 09:11

bella nel ricordo contenuto,un saluto e buona domenica

il 01/02/2014 alle 18:08
Raf

le tue parole mi hanno fatto correre su quei sassi! Che potere e che stile originale ! Ciao!

il 02/02/2014 alle 20:44