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Pubblicata il 23/01/2014
ero viandante, il passo diseguale
dei dromedari ottusi, che si
fiaccano nella sabbia a rimorchio
di venti spugnosi.

nell'arena dei cicli fiabeschi,
appiccavo falò di parole,
gettando coperte e allegrie,
come nelle più sacre comunioni.

mi svegliavo spesso
inquadrato a un precipizio
che sapeva di resa,
una lusinga nel ventre bilioso
di noi nomadi per profezia.

solo l'eco di una campana
stretta, come una bussola
indefinita nel fissaggio di chiglia,
delle volte ci strappava dal nostro
muto galleggiare.

era come un banchetto,
un responso mantecato,
nelle palpebre tenevamo tutti
le onde scoperte dei nostri
ammaraggi.

e prendevamo la compostezza
dei grandi oratori, prima di
cedere al richiamo del liuto,
del serpente che languiva
sempre fuori la porta, a
spizzicare i nostri passi
che riseguivano l'omelia
del viaggio.
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mi piace il susseguirsi degli eventi. non ho capito il nesso del titolo . pupetta,

il 23/01/2014 alle 17:41

In effetti sono due giorni particolari della settimana in cui avvengono e si svolgono situazioni particolari: dalla tua mano sembrano ancor più eccezionali, caro Francesco! Bravissimo! Morris

il 23/01/2014 alle 19:25

ciao sir e pupetta; il titolo esemplifica semplicemente la fine e l'inizio della settimana, la ciclicità che in qualunque stadio o fase della vita viene a essere un tratto sempre presente....una buona serata a entrambi...fra

il 23/01/2014 alle 19:52

in ogni perdiodo....vita.

il 23/01/2014 alle 20:33