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Pubblicata il 12/01/2014
La notte ha aperto i suoi ponti
e l’albero declama i versi
del bimbo randagio
raccolto in una pezza di sangue
mentre il vento solleva la nenia
del lamento che lacrima
e del mormorio sommesso,
quando le finestre si apriranno
gli occhi appena accesi alla luce
si adageranno su una sacca abbandonata
solo un tozzo di pane e un filo di chitarra spezzata,
ponte, richiama i tuoi sospiri
è la voce del cantore solitario
che si curva sulle tue ombre,
passerà anche questa notte
ma il suo sussurro ha lasciato un’eco,
puoi trattenerlo nell’aria
è un ricordo o appena un’illusione.

“ Io canto per chi non ha nome
e un cuore appena sussultante,
puoi ascoltare i passi strascicati,
è un bimbo che corre veloce
e spegne l’ultima candela rimasta nella sua tasca,
è una zingara che insegue il carro impazzito,
è un pittore che vede dissolver nell’acqua
i sogni dipinti in un’immagine,
la chitarra ha un suono troppo lieve
e forse non lascia orme
ma pur hai voluto che io fermassi il vento
e tracciassi una canzone,
il tempo di una breve nota
e poi sarò già lontano,
sai, raccolgo lo sguardo
di chi pianta rose domani appassite
e di chi nasconde il volto nella fredda caverna
quando la luce del sole
traccia segni troppo pesanti sulla pelle fragile,
ricordo bene il suo sorriso
e la voce un attimo di sogno
presto volato:

“ Sono qui per te
e tu canterai la mia illusione,
i miei capelli son come l’oro
ma le mani vi han sempre posto
steppe bruciacchiate,
il mio nome è solo il silenzio
e le gambe si adagiano leggere sul fiume,
vivo nel ricordo del suo passo
la baracca raccoglieva i gemiti
e la serra la sua terra,
non aveva bastoni arrossati di sangue
ma solo due rose variopinte
me le pose sulle labbra
e soffiò una canzone,
vorrei proprio venire con te
ma il richiamo si spense sulla gola,
mi adagiò lentamente sull’erba
e la sua mano non bruciò la mia pelle.
- Posso accarezzare il tuo volto- mi disse
- e baciare la tua bocca
perché il sorriso non è spento
al fiore che pongo sui nostri corpi.-
Io profondamente l’amai
come l’abbia incontrato non rammento,
sai, evito il giorno
e mi dà proprio fastidio il bagliore
e la monotonia del vivere a catena,
ma lui raccolse il pianto della zingara
e rinfrescò la mia arsura,
non l’ho più rivisto da allora
e vago tremante perché mi trovi,
dove sia andato è difficile saperlo
il carro l’han trovato in pezzi
dicono che i suoi fiori siano appassiti
e che il cuore non abbia retto,
a me non rimane che piegarmi nella fredda caverna,
ma la tua chitarra può riprendere il mio sospiro
e quell’attimo d’amore,
i miei occhi son proprio stanchi.”

“ I passi hanno ripreso lenti
e le note si sono stampate,
ponte dei richiami
raccogli la mia voce.”

Il vento inizia a soffiare
e l’albero a muovere le sue fronde,
i passi del cantore si perdon lontani
e la chitarra è solo una flebile voce,
la notte ha chiuso i suoi ponti.
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Immensa descrizione in un affascinante viaggio tra i ponti della notte! Bravissimo Ignazio!

il 12/01/2014 alle 22:41

il ponte della notte ci immerge in passeggiate di ricordi al suono di una forse scordata chitarra ,profondamente bravo ,un saluto

il 12/01/2014 alle 22:50

Grazie infinite, Sir e Paul, per le vostre belle parole. Io sono molto legato a questa poesia non più recentissima: c'è tutta la mia anima là dentro, infatti Aedo non è altro che il sinonimo di Cantore, protagonista della composizione. Ho immaginato che il Cantore di notte aprisse dei ponti della fantasia, per ascoltare le storie di esseri delicati, vinti dalla prepotenza umana e alleviarli col suono della sua chitarra. Grazie, amici, per avermi dato l'opportunità di fare queste precisazioni. Un caro slauto

il 12/01/2014 alle 23:55

Ma che bella Ignazio, qui si legge tutta la tua grande sensibilità. Bravo;patty

il 13/01/2014 alle 10:04

E questa l'hai tenuta nascosta fino ad ora....immensamente felice tu l'abbia pubblicata...è davvero una composizione meravigliosa, e l'aggettivo non esprime neppure la metà di quanto vorrei esprimere ma non mi vengono parole alla mente....ogni singola immagine, ogni singola storia, in cui ti cali e e rinasci è talmente raccontanta con vetità e sentimento che non puoi non amarle, e non amare il testo....magnifico....il nome AEDO caro Ignazio per te è più che meritato e non lo dico per dire, lo credo veramente....la tua spiegazione poi mi ha ricordato tanto i grandi cantautori italiani e molti testi/canzoni....De André cantore del sociale nella sua forma più vera...alcuni brani di Guccini di cui ora non ricordo esattamente il nome, ma è tutto di meritato...ti abbraccio Ignazio, complimenti...andrea

il 13/01/2014 alle 15:48
Jul

La trovo stupenda, chiedo scusa se aggiungo che mi ha ricordato Pablo Neruda.

il 13/01/2014 alle 19:58

Grazie, Patty, ho gradito molto il tuo commento. Un abbraccio

il 13/01/2014 alle 23:42

Andrea, sono commosso per le tue parole. Sono legatissimo a questa poesia, c'è tutta la mia anima. In fondo, oltre ad essere il Cantore, m'identifico nei tanti personaggi che vivono nella notte e hanno bisogno di fermarsi sui ponti, per trovare una voce che li ascolti. Lo sai che De Andrè è il mio cantautore preferito e che amo moltissimo Guccini ( conosci la sua vecchia canzone: "Il frate" tratta dall'album: "L'isola non trovata"?). Grazie! Un abbraccio

il 13/01/2014 alle 23:51

Ti ringrazio, Jul. Per me è un onore essere solo lontanamente accostato a Neruda, ma ti assicuro che quando nel 1980 l'ho composta, non mi sono riferito allo stile di nessun poeta, ho ascoltato unicamente me stesso. Ciao

il 13/01/2014 alle 23:59

la trovo di grande bellezza.questa tua poesia che mi era sfuggita,complimentissimi marinella

il 14/01/2014 alle 15:55

Grazie infinite, Marinella. Ciao

il 14/01/2014 alle 17:15

non conosco quella canzone, l'ho cercata...è bella, specie nella sua storia e significato....grazie ignazio, ciao, un abbraccio

il 15/01/2014 alle 01:34

Bellissima, non so dire altro.

il 15/01/2014 alle 09:34

I ponti della notte hanno occhi che vedono tutte le miserie e accolgono i diseredati.Una poesia che commuove e fa riflettere.E' bellissima.Complimenti.

il 23/01/2014 alle 17:58

Ti ringrazio tantissimo per le tue parole, Maria Rosa. Dimostri di possedere una bella sensibilità. Ciao Ignazio

il 23/01/2014 alle 23:48

Una poesia straordinaria, veramente molto bella, complimenti al poeta Aedo. Eclisse.

il 25/01/2014 alle 00:20

Grazie infinite per le tue belle parole, Eclisse! Ciao

il 25/01/2014 alle 11:33

un bellissimo inno alla vita e alla poesia dell'anima. paciuta molto

il 26/01/2014 alle 11:36

Grazie infinite per il bel commento, Elaine. E' vero, la mia poesia vuol essere un inno alla vita, sganciata dalla massificazione dilagante. Ciao

il 26/01/2014 alle 17:30