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Pubblicata il 10/01/2014
In ogni paese c’è sempre un via vai di mendicanti davanti alle sagrestie delle chiese. Nella città Granada, esisteva un mendicante un po’ speciale. Veniva chiamato il povero ricco (el pobre rico), ma il suo vero nome era Ramon. La vita gli aveva riservato poche soddisfazioni. La moglie, una bella donna Andalusa di nome Alvira, lo abbandonò dopo soli due anni di matrimonio dilapidandogli tutti i suoi beni. Ramon aveva lasciato Cuba per seguirla subito dopo la rivoluzione, sperando in un avvenire migliore. E pensare che lui, Ramon Sanchez Da Gomena nobile aristocratico, aveva venduto tutti i suoi possedimenti nei Carabi per seguirla. A Cuba era rispettato e temuto come un uomo ricco e potente senza scrupoli, che detestava i mendicanti ed urlava sempre verso di loro esortandoli a lavorare e a non fare le donnicciole ai piedi delle chiese. Il destino a volte è spietato, mai come nel suo caso si ritrovò nel volger di pochi anni da ricco possidente a povero mendicante. I primi tempi cercò di trovare un lavoro come garzone in una bottega di un fabbro: il lavoro gli piaceva ma le sue origini gli impedivano di accettare comandi da persone non appartenenti al suo ceto. In tre anni cambiò 5 lavori, l’ultimo lo portò in un ristorante vicino alla cattedrale. Il mese di agosto del 1974 la temperatura era talmente elevata da far ribollire l’asfalto sotto ai piedi. Fu proprio in quell’anno che Ramon si ritrovò senza lavoro. Andò a vivere sotto i ponti, cercò di nascondersi per la vergogna: lui Ramon Sanchez Da Gomena ridotto a far l’elemosina, non poteva accettarlo.
si persuase che doveva accettare la situazione e, pur non chiedendo l’elemosina, si cominciò a sedere ai piedi dell’ingresso della sagrestia della cattedrale. Non chiedeva nulla, anzi se qualcuno chiedeva informazioni sulla cattedrale si offriva di fare da guida per i turisti senza chiedere nulla in cambio. Gli anni passarono ed il giovane Ramon cominciò ad invecchiare.
sono passati ben 20 anni e Ramon è sempre lì seduto ai piedi della sagrestia, non chiede elemosina
ti osserva e ti saluta, non ha neanche un cappello dove raccogliere i pochi spicci che qualche saltuario parrocchiano getta malamente ai suoi piedi. Lui non bada a queste azioni sgarbate, ma al gesto di generosità nei suoi confronti. Se tu dai qualche spiccio ti pare il pesante portone della chiesa ed attende che tu entri per poi salutarti con un mezzo inchino. La sua ricchezza è nel suo cuore, nel suo animo puro che sconcerta. Non si offende mai, ne reagisce alle provocazioni.
la sua vita gliene ha riservati tanti di dolori che non vuole arrecarne agli altri. Se ti vede triste e solo si avvicina e si ferma a parlare con te per ore. È un povero ricco nell’animo e nella mente che dispensa ed elargisce il suo patrimonio ineusaribile. Si ciò che nasce dal cuore non può esaurirsi come il denaro semmai può aumentare ma mai dilapidarsi. Il patrimonio di Ramon venne dilapidato da sua moglie e da suoi investimenti azzardati, ma la ricchezza che aveva raggiunto adesso nessuno poteva dilapidarla.
quel povero ricco ora non c’è più ma sulle gradinate della sagrestia c’è una lapide che uno dei parrocchiani più facoltosi ha fatto realizzare:
“qui è passato il signore sotto le sembianze di Ramon Sanchez Da Gomena un povero che ha offerto tutto il suo amore senza chiedere altro che un misero tozzo di pane”.
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Merita un merito: bel racconto!

il 10/01/2014 alle 14:14

Seguo i tuoi racconti

il 10/01/2014 alle 20:35

bello

il 10/01/2014 alle 22:27