Il vero guaio.. che nessuno dice.. è che sono tutti soli e.. per orgoglio.. non vi è alcuno che prende la cornetta per primo: preferisce aspettare! Sono uno studioso del comportamento umano da 47 anni e so quel che dico. Grazie, Andrea, per avermi dato modo di scriverlo! (E' chiaro che non è una battuta o ripassata nei tuoi confronti... fanno tutti così') Sir Morris
L'ombra più nera non ti impedirà di raggiungere le più alte vette illuminate dell''azzurro della tua poesia. baci,patty
l'ombra nera tavolta discende per un orgoglio che forse in quel momento e' sbagliato , ma l'azzurro del tuo cielo e' li alza lo sguardo su di lui ,un salutone
Il tuo pianoforte scordato mi fa ricordare qualcosa di familiare. Spesso vorremmo suonare una sinfonia ricca di armonia e invece ci rendiamo conto che tutto si distorce, come un suono innaturale. E allora arriva la percezione di essere avvolti nell'ombra nera, senza che il telefono squilli. Mi hai proprio commosso, Andrea. Un abbraccio
E' vero, nessuno dice che tutti in un certo modo siamo soli, così come del fatto che tutti soffriamo....non credo non si dica nulla per orgoglio però, la trovo una soluzione semplicistica...sicuramente può essere un motivo...anche se spesso l'umano bisogno di relazionarsi ed lieve narcisismo che ci spinge credo spingano a dire: sono/mi sento solo superando il senso d'orgoglio.... io personalmente parlando non trovo difficoltà nel dire che soffro o che mi sento solo, però spesso sono portato al silenzio dal pensiero che l'esternare tali bisogni possa essere fatto tedioso per gli altri, senza contare che l'indifferenza comunque è largamente diffusa, almeno per quello che mi danno da pensare buona parte delle persone incontrate...grazie del profondo commento, ciao Mauri, andrea
grazie mia cara amica, e spero che anche tu possa raggiungere la pace di quell'azzurro...^^ ti abbraccio, andrea
il mio azzurro caro paolo è la poesia per ora, un domani forse s'arricchirà anche di altro....comunque nel testo specifico non volevo parlare di solitudine e sofferenza nate dall'orgoglio di non esprimersi, quanto piuttosto il sentirsi legato ad un'immagine che l'esterno dà di noi e non trovare occasione di qualcuno che voglia ascoltare che quell'idea fatta non è ciò che siamo realmente, il ricordo da scacciare è più per noi che per gli altri, per non crollare definitivamente, piangere e accorgersi che ci alimentiamo di quel ricordo perduto, di una qualche illusione per riuscire a non essere davanti agli altri...forse mi sono spiegato male ma spero si sia capito...grazie ti abbraccio paolo, andrea
hai pienamente compreso cosa intendevo, ti ringrazio Ignazio....lieto dell'affinità emozionale, ti abbraccio amico, andrea