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Pubblicata il 05/01/2014
oggi 4 gennaio scrivo questo

vomito quel boccone avariato

sono recalcitrante sul tempo che ho donato
è poco regale e gergale
ignominoso
lo sputo su di un piatto
quello ormi rotto
dove hai mangiato
per tutta la vita
e non c'è salvia o anice stellato
o aceto che tolgano
auel cattivo gusto
datomi come compenso.
il cibo s'attacca
come una gomma masticata
per ore che ormai non ha più profumo
e fila solo tra le dita
come bava
che si arrende appicicosa alla giornata odierna.

mi sento come un asino
a cui hanno dato un carico gravoso
la schiena al limite
dolente l'osso sacro
e tutto il mondo
oltre le mie tibie
sa di nauseante approccio.

in molti danno sciroposa sentenza
dicono dicono dicono
ed io sono come una pasta scotta
che ti causa un conato
ma per tutti c'è una unica vista
quella esterna,guai dicono metterci dentro il naso
c'è troppa puzza nel letame fresco.

poi per indorarti la pillola,aggiungono sii forte
come sei sempre stata
sai è facile come inghiottire di colpo una caramella,
ma non sanno il mal di pancia
che di notte
alle ore tre e mezza
ti piglia
e tu anneghi il cuscino e la coperta,
poi ti alzi sola per una camomilla
che lasci raffreddare sulla tazza
perchè la tua ferita coscienza
ha aperto la porta

è uscita al freddo su quella terrazza
alla ricerca di una luna amica
oramai è storta
come una torta di panna appesa
si è sbiaditala sua luce
rientro e anche la candela
prima era accesa
ora è monca
regalo di una festa mancata.

eppure si alza la bimba arrabbiata
che non si scorda del moccolo
che gli colava dal naso
ne dell'irriverenza
e malgrado il dolore
della sua umiliata infanzia
trova in se la forza di mandarti a fan culo
lo fece anche alla monaca di "monza"

ecco la mia sardonica risposta
ad una bestiale sentenza.
ricordati maschietto
tu ,hai preso la forbice affilata
per tagliarmi la chioma
quando sai che io mi preferisco calva e pelata
come mamma mi ha fatta
piuttosto che indossare
solo per farti felice
una bionda parruca,
tu hai adesso nelle nari il gusto
per la bambola gonfiabile
quella
dal sorriso fisso
zitta e muta
ma che axccetta le tue voglie.

ma io ringrazio il creato d'avermi fatta diversa
anche se dopo tanto uso
sono un pò giù di forme
sai sentono il peso degli anni
ma hanno ancora salde radici
e ancora sentomo le formiche
che stuzzicano le cortecce.

vivi pure per le tue polpette avvelenate
oltremodo avvelenate,
mangiale ingozzati
e poi digeriscile,

per ricambiarti alla pari
t'auguro con tutto il cuore
mal di pancia
roventi notti di lupi
e sicuri addiacci
e solitudine atroce,
quella che malgrado le rosee coperte
piene di lustrini e balocchi
non ti fa chiudere gli occhi
perchè quel gelo
che hai versato sugli altri
per farne statue di sale
ritorna agli antipodi
poi di sfarina ed il vento lo porta
inaspettatamente
dentro le tue narici
e saranno starnuti
che non ti daranno pace.

nel silenzio che aneli
ci saranno ripetuti echi
perchè il tempo entra nei cingoli
e forma collante
quei muscoli che adesso credi pefetti
da svelti ed efficaci
per ragioni d'eta
subiscono come per tutti
l'indurimento ed i crampi
e la tua corsa .mi dispiace ,
oh come mi dispiace che con la tua moglie bicicletta
non sarà poi più cosi tanto facile.

sai ti parla la poeta
che tu hai messo alla gogna,
capita che il sale del sudore
cada sugli occhi accecandoli
e non si vedono altro
che i fantasmi che ritornano
a farti sberleffi
perchè ti diranno
hai rotto gli specchi
e sono danni che si pagano per anni.

la fortuna adesso ti sembra una dea bendata
ti seduce,ha mille volti
triti e rifatti
di demoni che si travestono
e t'avvolgono con discorsi e artefici
s'accoppia cosi l'illuso al male
che ha la forma
al rovescio di una stella a cinque punte.

sai per il bene dato
ti dico che c'è una confusione di fondo
sulle mutande che s'indossano,
corono sempre le nostre parti intime
e raccolgono sempre le notre puzze
lo sai bisogna lavarle spesso
per poi indossarle tante e tante volte
stando attenti all'elastico che le sorregge.

sai lo sai che io parlo schietta
anche se qua a metafore
e continuo ad appendere ai fili le lumache
a me simili
per rendere quei fili lucidi
ma nello stesso tempo sbavosi,
perhè dopo che ho visto riempirsi di merda le cloache
e traboccare sui siti le puzze
sai sono fotri e nauseabondi
i miasmi che mi giungono fino qua
io mi provoco di mio il vomito.

sotto un cielo cosi carico di nembi minacciosi
spero che arrivi un vento ,ma un vento cosi forte
che spazzi tutto
uragano che non perdona trascinando anche nel gobbo ,
ma che toglierà l'intonaco
lasciando il mattone nudo
e la vetrata rotta,
io guarderò quella sedia a dondolo
la sedia dei sogni tanto amati
che voleva acquistare
per me vecchia
che nel dondolare in attese si è rotta.

voglio ora lasciare solo un'orma nella battigia
la mia solitaria orma
e far si che il mare la lambisca per poi cancellarla.
certo non guarderò più al solito modo l'immenso orizzonte, ma mi fermerò più spesso nel piccolo volto di un bimbo per scrutare l0infinito,
ho rimpicciolito il raggio del mio sguardo
ma pèer dare a lui un vero sorriso ho bisogno di nuovo tempo,quello odierno è spezzato
buttato con noncuranza nel fango come
uno straccio sporco.
sono una brutta faccia ,la caricatura d'attrice drammatica
mi hai dato sentenza tu giuduice senza palandrana
definendomi scellerata da pisco dramma. tu invece sei un putto,
ti senti d'alto lignaggio,ma come tutti fai parte del contesto.

io preferisco belare con le capre e pecare che tu hai disprezzatio
quelle popolano il mio monte ,dove tua hai mangiato ,ma loro sai non cadono nel dirupo stanno attente,non qualcuno che prima le conduce
e si veste da pastore eper poi buttarle.

sai il lupo
tante volte si veste d'agnello
e intona il suo belato
che tanti convince,
tanto che
se il capretto piange
che soccombe
nessuno lo comprende
perchè molti
hanno ovattate orecchie piene di cerume
che ascoltano nuove fiabe inventate
dagli illustri illuminati

che pensano di cambiare il mondo
vendendo alle allodole i riflessi.

per fortuna vomito l'acido
e per contrasto prendo l'amaro ricostituente
per mandare giù il rospo,speriamo che non si trasformi
di nuovo in principe
quell'azzurro bello che credevo per radice convinta
di avere scoperto, sceso da un cielo di fiducia terso
con le mani aperte l'avevo accolto
ora non credo più alle fiabe
si è spezzato il cerchio
ma il cielo è ritornato malgrado tutto, al suo posto .
mi dà il coraggio
dell'amore riposto ,dandomi un binocolo per vedere
il vero ,ciò che ho intorno ,il miracolo della vita
che non è una bufala ,ne un discorso fatto su di un palco ,no
ha forte umano senso ,è un bel colpo d'occhio
che toglie il fiato e finalmente quel velo
io ringrazio il cielo e solo di questo
te come contro parte
del regalo più caro che ho
l'amore incondizionato dei miei figli
che rendono me
madre felice ogni giorno.
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Uno sfogo degno di te e di nessun personaggio famoso dei miei stivali! Immensa costruttiva descrizione della vita che solo una madre come te ha potuto stilare in un bianco foglio riempitosi di colorati cromosomi temprati dal tuo alto rango d'amore in un crescendo straripantemente appassionante! Sir Morris

il 05/01/2014 alle 20:14

grazie sir .è caldo il sentire che non si è soli in questo orizzonte ,il fiume esce dal suo alveo ,e straripa ,ma spero sempre che il limo renda fertile la terra intorno ,amo la poesia manto che avvolge ma è trasparente che t'accomuna a belle presenze ,l'augurio per te di un anno sereno ,cate

il 06/01/2014 alle 14:19

La poesia può essere una catarsi: spesso non abbiamo nessuno con cui sfogarci, allora ecco il foglio bianco, in cui riversare la profonda tristezza. Ti capisco. Un caro saluto Ignazio

il 06/01/2014 alle 17:28