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Pubblicata il 23/12/2013
Un'infanzia gracile
tra cadenze e riverenze
avvolta nelle nuvole
del celeste di Capodimonte.

dal celeste al turchese
di questa splendida
uniforme da parata,
in spiacevole contrasto
con le lerce brache
di questi zotici tiragliatori.

sul Volturno una spessa coltre
di nuvolaglia baroccheggiante
sul viola, forse in lilla degradante.
una splendida cornice
se ora potessi sussurrare
a Leonora trepidante
" Madame, je meurs
vôtre dévot verviteur! "

ma la canaglia garibaldina
sorda al bon ton
e alle regole dei Sansevero
scalpita, affanna,
e divora frettolosa,
nello strepito disumano,
l'ultimo moggio napoletano.

non sono stato trafitto
da una grandinata di fucileria
o dalle sciabolate
di una superba cavalleria
ma ahimè sommerso
travolto calpestato
dalla calca impaurita
di questi zotici ululanti
con quel loro "mò venimme"
che si è spento rapidamente
al primo accenno di baionetta
dietro le querce sulla collina.

(Battaglia del Volturno, ottobre 1860)
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Guerra e Pace

il 23/12/2013 alle 15:32

Ritengo utile una precisazione: è una vicenda del nostro risorgimento vista dalla parte di un ufficiale borbonico, colma di sprezzante aristocraticità. Per inciso le truppe di Francesco II combatterono coraggiosamente. "Mò venimme" era il grido di battaglia della fanteria di prima linea borbonica.

il 23/12/2013 alle 15:47

Capisco!

il 24/12/2013 alle 00:00

Battagliera

il 24/12/2013 alle 17:03