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Pubblicata il 19/12/2013
ma voi che ne sapete del dolore degli altri'

siete la,sul palco,imbellettati
a guardare,a dire,
cosa fare ,cosa non fare,
a fregarsane ,a sentenziare.
secondo il momento,
di questo e di quello,
a voltare il viso
seil quadro non piace,
a scrollare il capo
solo dicendo mi dispiace.
ma non ci siete dentro
per capire il disagio
per toccare con mano
l'umiltà e il coraggio,
e la rabbia di non riuscire
la richiesta che può fallire
e l'amore che a tentoni ci prova
nei modi dei modi
e
laforza di guardare
ancora le stelle
ma non solo quelle lontane
fredde e belle
no ,le stelle piccine
che ti hanno messo accanto
che ho messo al mondo
che hanno sopportato di tutto
e che sopportano.

ed il gallo sul trespolo
sentenzia e canta
scuote il piumaggio
e non s'abbassa per terra
perchè non ne ha voglia,
e la gallina chioccia
becca polvere starnazza
e cova
questa spicciola vita,
misera dove subentra il mal di pancia.

non saraà il massimo
è un'inezia
certo fuori c'è il mondo
che sfreccia in abbandonza,
morti crisi rivolte
eccessi che fan sentire
tutto ciò delle spente faville,
quelle che trovano il tempo del niente sul fuoco che langue.

ma sono per il creatore
che segue il suo gregge
in ogni modo importanti
perchè non si può dire
che anche
il più piccolo granello
del deserto non ne sia sua parte.
ma a voi che importa
se dentro non ci siete?

buffale e chimere
lanciate nel vento
per una spina di ghiaccio
che lambisce un convento

ecco l'ermetico verso
che ispira il mio canto
e non lo traduco ,no,
solo chi a fede speranza e coraggio
raccoglie il messaggio.
quando il furore del male
abbatte le porte
s'impone
vviscido come la serpe
vestito d'oro e di belle parole,
cosi vano sembra il dolore
passa per tutt'altro
come il puzzo di uno stagno,
fastidioso per i benpensanti
pergli incensati,
per quelli che si considerano
già in terra santi.
ma siamo tutti ipocriti
vogliamo non vederci
per quel che siamo
umani miseri infami.
i veri poveri sono altri
solo quelli ricchi di sentimenti.
perciò voi che non provate ,che ne sapete?
del dolore che attanaglia
che stain punta alle viscere
scalfendo una desolata radice.
io urlo muta
e solo il vento ascolta
in questa landa
ma so per certezza
pur assurda
che tanti come voi ,come noi
siamo qua,
ordinaria gente che avanza
solo quel qualcuno la in alto
veglia
e malgrado il pianto ci crea forza
di non cedere
o anche di farlo
perchè si può morire
un poco ogni giorno
anche vivendo
il quotidiano
per poi rinascere.
cosi m'assesto nel detto e nel fatto
reagiamo
usciamo
coeme fiore dal letame
abbiamo il suo appoggio
per vivere e combattere.
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IMMENSA VERITA'

il 19/12/2013 alle 13:26

condivido parole cosi amare ma purtroppo vere,auguri marinella

il 19/12/2013 alle 16:35
Jul

Cara ariele, siamo interessati e presi soltanto dal nostro dolore. Un abbraccio, giulia

il 19/12/2013 alle 17:37

E' così. Dovrebbe essere diverso. Abbraccio Fabio

il 05/01/2014 alle 19:14