PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 12/12/2013
Latrati genuflessi di squisiti veltri
convergono perpendicolari
alla maestosità arcigna
di erti puledri.
scavano i villici la gloria altrui
e sereni cadono nel nulla
dall’alto di effimere scale.

ridono e muoiono in fasci
le delicate Madame
strette amorosamente
dagli asfittici cammei,
le dita mollemente retratte
sul talamo disfatto.

su voi cola letale
un effluvio smorto di fiori
e di voi solo non rimangono
che tangibili segni
d’unghiate rabbiose
date nei canili
in un’insonne notte di luna,
nelle scuderie rimbombanti di metallo,
nelle alcove riscaldate
dai vostri amanti guasconi.

adesso
solo l’ombra della sera riverbera
nel perpetuo smussare
di venti esagitati
all'interno delle tue vuote stanze
un’eco angosciata
che ora rincorre
il cagnolino perduto
ora l’amato
beau cheval recalcitrante
ora i cinquemila franchi
puntati al rosso.

raccoglie la tua maestosa fabbrica
in un punto e la innalza sù,
su quella magnifica nuvolaglia rossastra,
più sù,
in grembo a nostra
madre Diana Venatrice.
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immersa in un fasto ottocentesco, sembra un affresco viennese dentro gli intrighi romantici della corte imperiale. Ha una buona atmsofera, una poesia che merita attenzione.

il 12/12/2013 alle 21:14

Grazie Lys, anche se come ambientazione bisogna andare ancora un altro secolo indietro.

il 13/12/2013 alle 09:49