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Pubblicata il 11/12/2013
Nera bile della vita che irriga le cellule del corpo
Arma sicura contro la baldanza della gioia
Fonte primaria della profondità umana
Scudo impenetrabile contro le aggressioni dell’esistenza
Mezzo certo per disvelare inganni
Inguaribile bellezza malata
Flebile brina d’un autunno rivolto all’inverno
Sensibilità unica per l’ingegnoso procedere del fato
Noia ammorbante della quotidianità umana
Malattia risanata da una medicina inesistente
Pruriginoso morso di zanzara sull’orgoglio
Sogno indisturbato rivolto ad ere scomparse
Fluire immobile di emozioni contrastanti
Passero solitario senza briciole da beccare
Inedia infinita per l’animo sorridente
Specchio infranto sotto un sole cocente
Voce sussurrante che avvolge il grido
Tu aguzzino della felicità sperduta
Loro giurati indifferenti alle speranze fiorite
Voi pubblico futile per inutili consolazioni
Noi vittime autoimposte del dolore
Io giudice incontrastato della mia fine

(2011).A.G.
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Mitragliatrice prosaica! Ciao, Andrea!

il 12/12/2013 alle 00:03

Ciao Mauri, grazie^^

il 12/12/2013 alle 17:06

Non ho ben capito l'incipit del tuo commento H....per il resto ti ringrazio...anche i classici non sono male dopotutto, però solo se hanno del potenziale, altrimenti sono solo imitazione...ciao, andrea

il 12/12/2013 alle 17:10

una sequela di epigrammi icastici questi tuoi, sulla malinconia, o bile nera, (ippocrate docet) ognuno dei quali segna una considerazione su questo stato, sentimento pulsione, malattia, e si conclude con quel tu, loro, noi, io, pronomi che fanno da marcatori per ogni precedente e ridanno soggettività ad un testo che altrimenti sembrerebbe non ancorato a soggetti , complementi, nella sfera dell'umano. Che siano versi o righe di prosa, è da un pezzo che non ci bado più, l'essenziale è che siano autentici/che per l'originalità o l'incasellamento c'è tutto il tempo dell'universo..sergio

il 03/01/2014 alle 14:00

grazie della lucida analisi, come sempre d'altronde, caro Sergio, attento anche nell'individuare l'importanza dei pronomi a fine testo...inoltre volendo, si potrebbero ripetere i pronomi a inizio d'ogni verso ed intercambiarli volendo, dando così visioni soggettive e multiple della "nera bile"... un gioco poetico volendo definire...riguardo la costruzione, come tu dici v'è tempo, comunque possiamo chiamarla una prosa dal sapore poetico...grazie di tutto carissimo, andrea

il 03/01/2014 alle 16:45