Non ho ben capito l'incipit del tuo commento H....per il resto ti ringrazio...anche i classici non sono male dopotutto, però solo se hanno del potenziale, altrimenti sono solo imitazione...ciao, andrea
una sequela di epigrammi icastici questi tuoi, sulla malinconia, o bile nera, (ippocrate docet) ognuno dei quali segna una considerazione su questo stato, sentimento pulsione, malattia, e si conclude con quel tu, loro, noi, io, pronomi che fanno da marcatori per ogni precedente e ridanno soggettività ad un testo che altrimenti sembrerebbe non ancorato a soggetti , complementi, nella sfera dell'umano. Che siano versi o righe di prosa, è da un pezzo che non ci bado più, l'essenziale è che siano autentici/che per l'originalità o l'incasellamento c'è tutto il tempo dell'universo..sergio
grazie della lucida analisi, come sempre d'altronde, caro Sergio, attento anche nell'individuare l'importanza dei pronomi a fine testo...inoltre volendo, si potrebbero ripetere i pronomi a inizio d'ogni verso ed intercambiarli volendo, dando così visioni soggettive e multiple della "nera bile"... un gioco poetico volendo definire...riguardo la costruzione, come tu dici v'è tempo, comunque possiamo chiamarla una prosa dal sapore poetico...grazie di tutto carissimo, andrea