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Pubblicata il 08/12/2013
E' pesante
questa terra.
bagnata, un fango tenace,
si attacca alla vanga,
non vuole farsi smuovere

ma non importa.
in questo giorno di sole d'inverno
io scavo
e pianto due nuovi alberi
un melo e un pero

sono giovani,
ma tra qualche anno
forse daranno frutti succosi.

tra qualche anno
forse io non ci sarò
ma ancora non ha importanza.
come i miei figli,
anche questi giovani alberi
sono frecce
che scaglio nel futuro
dall'arco della mia vita.

molti diranno: è una scommessa
senza garanzie!
ma per me non è così.
forse moriranno,
vittime di gelate o di malattie
prima di me.
o forse molti anni dopo
che io sarò scomparso e dimenticato,
ancora mani si protenderanno
a cogliere i loro frutti.

ma per me non ha importanza.

quando la mia oscura Signora verrà
non mi chiederà
se ho vinto o perso scommesse.

mi guarderà con il suo splendido sorriso
e mi chiederà
hai vissuto?
io mi guarderò indietro
alle cose che ho fatto,
alle frecce che ho scagliato,
alle persone che ho amato
e le risponderò:
sì ho vissuto,
e ho amato.

ps "I figli sono frecce
scagliate nel futuro dall'arco della mia vita" sono versi di una bellissima poesia di Khalil Gibran
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Bella davvero

il 08/12/2013 alle 09:03

complimenti anche per l'ispirazione, ho apprezzato tutto molto, complimenti,, ciao.

il 08/12/2013 alle 18:21

memento mori, un reso-conto che non ammette repliche. Ma chi può dirlo ? La religione, l'ateismo, il credere che non esistano universi o realtà parallele ? Illazioni che in qs. vita non trovano risposte limitandosi alla natura fisica di noi stessi uomini. Molto bella la risposta finale, una resurrezione in termini di consapevolezza e intimità di sentimenti. bella poesia.

il 09/12/2013 alle 10:53