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Pubblicata il 06/12/2013
Non guardare nel fondo dei miei occhi per dirmi come va, va così bene che la lascerei volentieri andare, questa vita, che mi ha messo all'angolo per tutte le botte prese. Lascia che racconti un'altra barzelletta facendo finta, io, di ridere ancora. Un amico mi ha chiesto il perchè del buffone, lui che sa ed ha vissuto quand'ero direttore, ho risposto, gridando, lo faccio per non pensare poi ho capito, nel mio dentro, forse anche per non odiare. È così che lo guardo, e l'affronto, questo destino che mi ha lasciato da solo; è così che combatto questi giorni, nocivi, per la mente ed il mio cuore. Se sogno, io sogno, per non impazzire; non faccio alcun male se cerco la strada per sputarla per terra questa vita che mi ha dato, e mi ha preso, pagandomi con il dolore. Il futuro, a guardarlo, mi fa solo paura; se adesso è di niente, domani, che avrò? Sconosciuto barbone ti guardo dormire tra cartoni e stracci, parlami dei tuoi sogni, fammi capire quant'erano simili ai miei, parlami delle carezze negate e dei castelli d'aria; parlami di quando il vento ti scompigliava i capelli e sentivi il sole in faccia, mentre l'inverno era ancora lontano. Parlami dei tuoi amori, dei tuoi batticuori, delle speranze che ti hanno regalato soltanto un giaciglio di cartone in questa stazione dei treni fermi. Parla a quest'uomo che sono dal domani oscuro, ma non farmi pensare se mi rassomigli perchè dovesse essere, dovessi trovare un cartone pure io allora, Dio, non darmi un altro giorno per scrivere anche di questo.
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Immensa!

il 06/12/2013 alle 22:49