In fondo al brusco gemere
di saline innevate,
sta riversa la bontà di un airone
osannato.
non migra più, vive di essenziali
canicole che gli tolgono il fiato,
e vola fendendo maree che gli
torcono il becco scavato.
nella cenere di pietruncole tese
a proteggere castelli d'arenaria,
ogni tanto una bambina, di quelle
con le trecce ancora lavorate,
s'insuperbisce e gli lancia contro
listoni di sassi, che lo fanno ricadere
come un bianco magnete nella radura
spalmata.
dov'è l'airone? Dov'è il guardiano dei
nostri acquitrini?
nessuno lo ha visto, qualcuno osa dire
si sia rintanato in una stretta fessura
per grilli.
la bambina fa un altro torrione, e vi
poggia una piuma rimasta per caso
nella sabbia macchiata di rosso.
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