La spunta dei tuoi capelli nero
fumo, s'increspa oltre il frastuono
delle cornici.
sei ancora l'impronta dei pollici
cascanti sul piano, la melodia di
bach riporta tenacia sul pomello
che con scatto invariato eri solita aprire.
ti hanno sospesa, rimboccata così
tante volte da costringertì all'immobilità.
e quando ti alzavi, le tue mani sanguinavano indolenza, la placida menzogna che invita
a fare scorta di tulipani, che tanto non serviranno a niente.
se non ad odorare, come stai facendo adesso, il ricordo di un giardino più bizzarro
in cui saltavi le muffe e dispiegavi gli
armenti, comandando tu, tu sola
l'ode della vita che si esprimeva
con lo sguardo arretrato di te bambina,
mentre fissavi un crocicchio di aquile
oltre lo spioncino.
(dedicata...)