Ti vedo stemperata
con il glicine flessuoso
dei parterres, mescolata
ai turbini obliqui delle girandole
di viole.
Ti muovi tra le conifere rosse e
i voraci scalpitii dei ronzini,
suggerendo alle liane sottese la danza
delle tue ciglia di madreperla.
Mi confondi, Julienne.
Rovisto nel tufo del nostro
passato recente; ho visto detriti
dal mare, trasfondersi nelle conchiglie
ritorte sulla tua mano.
Le bianche tende di mussola
si appendono ancora agli strali
melodici dei tuoi passi singhiozzati.
non volevo ferirti, Julienne.
e' stato il tamburo che ha battuto
accordi insensati, mentre cercavamo
di somigliare a quella marea di
frivole stelle, distese sui fondali.
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