meravigliosa, la società si rivela negli occhi del redivivo ma non ha più le sue luci, no, appare nella sua realtà, oscura morbosa estasi della noia che divora l'uomo con i suoi strumenti sibilanti...mi piace l'ultima parte su tutto, dalla rivelazione all'invocazione, ma l'appello è muto, o e l'ascoltatore sordo? Anche lui s'è venduto all'uomo dalle mane d'oro....complimenti per la poesia,
la solitudine di chi si interroga alla ricerca di un senso è senza scampo....nè una risposta potrebbe venirci da Lui, che è lì e anche dentro di noi, inutile rincorrerlo, non serve, non sta scappando, è fermo oltre la nostra incapacità di ascoltarci, oltre la nostra impossibilità forse di trovarlo nei gesti più semplici della vita quotidiana.....oltre la nostra capacità di sentire.. Perdere la madre è come perdere il faro che indica la direzione ma viene un momento in cui bisogna farsi faro da sè, assumersi la responsabilità della direzione ...girare come falene accecate intorno al luccichio delle luci, riempire il vuoto dell'aridità interiore con cose, sempre più cose, non fa che allargarlo........e allontanarci da noi stessi . in fondo sono lì le risposate....basterebbe il coraggio o la forza di sentirle, cercarle, mi colpisce sempre la dolente amarezza-dolcezza dei tuoi scritti........... ti abbraccio Sancho eos
ho divorato questo tuo scritto sopraffatta dall'emozione e' bellissimoe tu bravo marinella
una levata di cappello e applauso a tuo puacere per questo scritto ,un saluto piu' lungooooooooooooooooooooooooooooo
caro sancho, se un giorno dovessi leggere questo mio commento sappi che ti ricordo sempre come una delle migliori persone che ho conosciuto, anche se solo virtualmente, e questa tua poesia, dolente e appassionata, me lo conferma ancora di più....mi dispiace essere arrivato tardi, all'epoca non riuscivo più a entrare nel sito..ti abbraccio