PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 02/11/2013
In principio a passi minuti
ho iniziato per le vie del Mondo
come un fragile fiore, assetato di luce.

ho atteso risvegli felici per ogni mattino
poi un aprile rapace, camuffato
tra gli alberi in fiore, ha carpito mia madre.

quante ingenue fiducie spezzate
quanti duri risvegli, da allora
tra i vuoti miti quotidiani
e i televisori sempre accesi
che quel che ero hanno divorato.

in questa folla d'anime inebetite
dal chiasso del tumulto quotidiano
dove di Lazzaro vano appare il ritorno:
ci dica Lui, al più presto, di quel risveglio
che ci ricordi, pure, l'inevitabile confine
quel che ci attende, per dare un senso all'esistenza
oltre il non luogo del centro commerciale
dell'auto presa a rate, del mutuo barattato con la vita.
gabbie! dove lasciamo quel che abbiamo
l'inutile che ci ha tenuti incatenati
mentre ci manca il tempo per scrutare
negli occhi degli affetti, la solitudine montante
che cresce con l'abbaglio del denaro
vero padrone di questo basso mondo.
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meravigliosa, la società si rivela negli occhi del redivivo ma non ha più le sue luci, no, appare nella sua realtà, oscura morbosa estasi della noia che divora l'uomo con i suoi strumenti sibilanti...mi piace l'ultima parte su tutto, dalla rivelazione all'invocazione, ma l'appello è muto, o e l'ascoltatore sordo? Anche lui s'è venduto all'uomo dalle mane d'oro....complimenti per la poesia,

il 03/11/2013 alle 01:17

Carina

il 03/11/2013 alle 09:58

la solitudine di chi si interroga alla ricerca di un senso è senza scampo....nè una risposta potrebbe venirci da Lui, che è lì e anche dentro di noi, inutile rincorrerlo, non serve, non sta scappando, è fermo oltre la nostra incapacità di ascoltarci, oltre la nostra impossibilità forse di trovarlo nei gesti più semplici della vita quotidiana.....oltre la nostra capacità di sentire.. Perdere la madre è come perdere il faro che indica la direzione ma viene un momento in cui bisogna farsi faro da sè, assumersi la responsabilità della direzione ...girare come falene accecate intorno al luccichio delle luci, riempire il vuoto dell'aridità interiore con cose, sempre più cose, non fa che allargarlo........e allontanarci da noi stessi . in fondo sono lì le risposate....basterebbe il coraggio o la forza di sentirle, cercarle, mi colpisce sempre la dolente amarezza-dolcezza dei tuoi scritti........... ti abbraccio Sancho eos

il 03/11/2013 alle 14:54

Bellissima

il 03/11/2013 alle 19:10

ho divorato questo tuo scritto sopraffatta dall'emozione e' bellissimoe tu bravo marinella

il 03/11/2013 alle 20:14

Una delle più belle poesie che ho letto. Complimenti,patty

il 04/11/2013 alle 07:45

una levata di cappello e applauso a tuo puacere per questo scritto ,un saluto piu' lungooooooooooooooooooooooooooooo

il 05/11/2013 alle 19:07

caro sancho, se un giorno dovessi leggere questo mio commento sappi che ti ricordo sempre come una delle migliori persone che ho conosciuto, anche se solo virtualmente, e questa tua poesia, dolente e appassionata, me lo conferma ancora di più....mi dispiace essere arrivato tardi, all'epoca non riuscivo più a entrare nel sito..ti abbraccio

il 15/10/2020 alle 22:33