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Pubblicata il 31/10/2013
le utopie cambieranno il mondo

fa bel tempo, il sole e il vento pazzo
si accoppiano sulla terra.
dicembre non ha freddo
e se talvolta tremiamo, è il vento,
il piacere o l’inerzia, le feste insomma
che danno brividi di gioia e sguardi curiosi.
io dormo male, tento di leggere,
buttare giù qualche rigo…
mi sento sempre più stanco:
quelle storie sempre diverse e simili
di quelli che hanno conosciuto, sofferto, sempre,
la mancanza di amore supposto o di gioia reale.
alla ricerca di un’ identità che si voglia accettare dagli “altri”.
come dire la quadratura del cerchio dell’anima.
essere questo o quello senza avere, senza darsi i mezzi reali per diventarlo.
il mio sguardo è ardente, l’anima stanca,
e di fronte a tanta debolezza
e tanta forza nel male, mi sento lacerato.
provo amarezza, disgusto, stanchezza,
di tutto quel che divora il mio tempo
e il mio spazio:
pubblici poteri, amministrazioni, incomprensioni
e indifferenza quasi generale
da parte di gente non direttamente coinvolta.
non ho realmente scelto:
la vita ha scelto per me.
mi sono lanciato in una strada inestricabile
da cui ora non posso più indietreggiare, rifiutare di battermi.
la mia casa era aperta a emarginati,
puttane, alcolizzati e sfrattati,
unicamente per dar loro un po’ di conforto.
non avevo l’intenzione di curarli
- non era quello il mio scopo -
ma dar loro qualcosa di più importante, caritatevole,
essere una porta di carità cristiana.
per questo ho anche dei nemici…
predico forse un’utopia? Ma se è utopia…
non vi sono forse tanti partiti che esaltano, che predicano l’utopia…
perché allora i massoni, perché la religione,
perché Dio… perché i partiti di sinistra o di destra dal momento che anch’essi
predicano tutti l’impossibile?
nella nebbia di un antico dolore, ecco…
io allora bramo la forgia fresca
di quelli che sono pronti, a darsi da fare,
a dare, a ricevere
il meraviglioso scambio sociale
senza riserve né peso

Non ci sono spine
nel sorriso dei bambini.
Può bastare?
Ma l’uccello e la rosa
hanno entrambi il vento
per passeggero
e per viaggio.
Perché?

E il bambino appesantito, abbandonato,
cade e si alza
sprovvisto di basi, di sostegno e amore.
E noi dove siamo?

Lasciate almeno che qualche Poeta
possa dire tutti i sensi della
insensatezza.
Ecco perché queste parole d’amore
per il risveglio.

Giovanni Milazzo
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Panoramica gradita

il 31/10/2013 alle 20:16
Jul

Caro Giovanni, le utopie non cambieranno il mondo ma le supportano per farci sopportare, perdona il gioco di parole, mentre ti leggevo, per pensiero parallelo, ho pensato alla "Nausea" di Sartre. Nulla cambierà nel mondo e nell'umana specie, portiamo i nostri fardelli, stanchi di sostenerli ma ci resta quel pizzico di dovere per incoraggiare i giovani a non gettare troppo presto la spugna. Buona serata, Giulia

il 31/10/2013 alle 20:42

caro Giro dobbiamo sconfiggere queste utopie e imparare hai giovani l'etica della vita ma sopratutto a non rassegnarsi troppo presto,un salutone

il 31/10/2013 alle 22:13