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Pubblicata il 24/10/2013
cammina la donzella felice
le sorride la sera con in bocca
lo stampo del bacetto del fidanzato.
percorre a passo spedito il viale
ombroso, lampioni proiettano
luce stanca, presaga di incerto futuro.
visioni grandangolari abbracciano
angoli di campo immensi,
distorcendo le fisionomie umane
in caricature grottesche,
distorte nella deformazione ottica.
aleggia il senso dell’incerto
confuso in suoni che rimbombano
e le presenze attorno eppùr vive
non s’accorgono della solitudine del dramma.
passi seguono altri passi
i secondi accorgendosi dei primi,
veloci i secondi e sempre più veloci i primi...
affanno...
affanno mischiato a battiti cardiaci
che non seguono lo sforzo fisico
ma si autoalimentano col carburante
del crescente terrore.

non si gira la testa indietro,
pensa solo a correre avanti.
i margini della strada schifosamente nuda
dondolano nella pura follia dell’imminente fine
illuminati da una luce che va spegnendosi.
dietro un angolo buio finisce il percorso,
una lama luccica in alto di sua luce
ghignando della maschera dell’irreversibilità.
giù ... dietro la schiena...
il fiotto rosso s’espande zampillando
ed avvinghiandosi allo spietato stiletto
vestito di carne macerata.
davanti la bocca si contorce
nell’ultimo soffocato grido
accompagnato dall’estremo fiottare
d’un fiore rosso sbocciato d’improvviso
che suggella l’abbandono della vita.
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Francesco Argento

il 25/10/2013 alle 08:38