Scrivo di me e per me in questo spazio dove rimetto i cocci del mio cuore, come un dolore sottile scarabocchio i miei amori da innamorato dell'amore, bambino per sempre vivo nel perenne batticuore di un sorriso che mi aiuti a capire. Forte di anni e di dolori non ho dimenticato come guardare le stelle, il foglio dove scrissi -non voglio voltarmi per averti vicino- sta sempre nel cassetto della memoria, rosso amaranto, bel tempo si spera. Ho fermato le lancette dell'età per non ritrovarmi con la faccia disillusa e triste, come un soldato di trincea aspetto il colpo contando le ore, vorrei sputare per terra imprecando per tutti i giorni che non mi sono trovato, giorni persi da uomo perduto, nello specchio, nei sogni, nella scrivania ancora un'emozione. Scrivo la rabbia per non avere visto il cielo, ombrello da pioggia, un clacson, un botto, una canzone. Maledetti amori senza amore dove ho creduto che il mio poteva bastare, case cambiate come i pantaloni, oggi dov'è quel per sempre che ieri m'illuse? Di occhi in occhi, di bocca in bocca, dite a quest'uomo che sono cosa ancora m'aspetta? Giro fuggiasco da mariti e amanti, dov'eri tu quando volevo amarti? Ho ceduto i sogni nei letti disfatti, li ho ripresi al mattino per venderli ancora, sognando l'amore scopando il dolore. Mi sono inventato guerriero, per sopravvivere. Brigante, se sono, lo sono di giorno; la notte ritorna col passo gentile... Dove e quando i passi gentili, in questa guerra dei miei anni? Ho amato da disperato cercando negli occhi gli occhi che porto nel cuore, ho amato le poesie sperando di vederle fiorire, ho amato il dolore scritto e stracciato per non darlo a vedere, dov'eri quando amavo tradendo l'amore? Parole su parole, le scuse fanno male, lascia che getti un'ancora al tuo mondo spiando cosa di me rimane, mistero ludico tra le carte scompongo