sangue di bestia ferita
gronda dai pori ruggenti
come acido fumante
di vetriolo corrosivo.
un solo vento garrisce
nell’aria turbinosa
urlante nel ciclone
dei feriti sentimenti.
brucia un fuoco
a migliaia di gradi
come eruttato dalla pancia
d’un Lucifero sotterraneo.
gusto oscenamente necessario
far pagàr l’onta subita
che geme mugolante
sotto il bendaggio coattivo.
aspettarti nell’ombra
per tagliarti la gola
oppure alle spalle spararti
spappolandoti il torace...
o delizia che i sensi appaghi,
luce per il cieco
e cibo per il denutrito,
acqua nella gola
d’un vagabondo
nell’arido deserto.
dolceamara vendetta,
tentatrice spavalda,
miele ove l’orso
smanioso s’avventa
con la lingua penzoloni.
e la bava schiumosa
d’acquolina intrisa
or l’api operose attira,
d’un lungo e duro lavoro
depredate meschine.
mille e mille pungiglioni
bucan la pelosa carne
che grida vendetta.
in alto si leva
lo strazio d’una rivalsa
che vendica se stessa.
quando fine del mondo sarà
nessùn sa mai,
quale parola la fine sarà
io già so:
amore
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