se ti dicessi dove vanno a riposare
i merli, dopo che rissosi addomesticano
le bacche, la magia finirebbe.
una rapa nel selciato alimenta
il sogno dei campi, anche se la barriera
è una distanza di brulle collisioni.
l'edera abbandonata sul violino
si è comunque schiusa, in un
valzer di campanule e archi
solleticati.
si aprono le labbra di granito
allo schiodare di ecloghe
frante e sopite.
vieni a danzare questo giogo
mansueto e felice, con l'animo
di Seferide in uno stuolo di
crociati ammattiti.
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