ho affondato il calco rosato
con una sottile piega delle
dita, mentre dormivi sopra
un guado di magnolie.
al risveglio mi parlavi
dell'amica, di come si è
allungata fra gli strepiti
dei fianchi....
tu non la sfioravi,
hai masticato via un bottone,
e sulla guancia lei ti imprimeva
un avanzo di vino proibito.
tra le spanne del guanciale
mi rilassavo come su un marmo
al rovescio; le nervature delle
vostre mani giunte alle mie,
si distaccavano colme di tagli
fra sospiri di ventura.
e' quasi l'alba, e ho dovuto
ricordarmi il tuo nome, benché
mi accigliassi fra quei riccioli ardenti,
non ti ho mai guardata a lungo
in viso.
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