Ti guardo accecato d’interrogativi
vestiti incerti sulla pelle di luna,
pallida luminosità e criptiche immaginazioni.
ascolto come radiofaro i minuscoli segnali
cercandone l’interpretazione sulla bocca
che parla non dicendo e sussurrando urla.
tocco la tua pelle rasserenandone i brividi,
la semplicità d’una carezza per te immensità di conforto,
per me calore da interpretare in tua assenza.
il profumo evoca ricordi sommessi e inaspettati
come lontane stelle d’un dono dimenticato
la cui luce m’inebria ora che finalmente la vedo
e baciarti nel gusto sommatoria di sensi
sembra vivermi dentro il sofffio della vita
che naturalmente mi strisciava dentro
come un dolce serpente che la mela
ancora non aveva capito dove maturasse.