Adesso tocca a te fare un cenno che mi faccia capire, di trilli inutili sono stufo, da Sodoma sono fuggito a capo chino, fa che non mi fermi a Zanzibar dove in un bordello qualsiasi troverei la ragione per fermare il cammino. E di non pensare, sputando in terra questa vita per le mille ragioni dietro il valore di una porta chiusa. Fagocito il brutto vivere che ieri m'ammaliò ed oggi mi uccide, nei ripetuti giorni che la mente combatte contro me stesso, lascio al sonno un postumo sogno ritrovando al mattino una montagna di sale. Con passi incerti continuo a credere mentre sparo questa rabbia che mi prende, e sale, sgretolando quel poco di cuore che ancora mi porto addosso. Non sono nessuno, nemmeno un poeta maledetto e non amo Flaubert, snocciolo versi scambiando Prevert per Paperino lasciando che vinca la fantasia. Per non perdermi non mi sono pentito, ripetendo sempre di attendere ancora, vago cercando la quiete che persi in un bar quando barattai il sorriso per una puttana giustificando me stesso sul treno del ritorno pagando il biglietto per una strada, di ombre prive d'amore, senza tracce nella memoria.