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Pubblicata il 23/11/2002
Din din,
suona una pazzia,
una nuova follia,
di amare quest'ombra,
la mia.

Din din,
non vi scomodate
ad andare alla porta,
sono qui per me,
hanno lacci e catene...

... sorride la mia bocca
alla loro ingenuità...

Si muovono confusi
ma lo sguardo è sicuro,
stolta stirpe,
figlia del già detto,
coetanea del sapere.

Din din
prendetemi pure
attendevo voi,
stupiti, confusi, ottusi
alzano catene al cielo,
promesse di atroce agonia.

Allora le nubi si addensano,
è segnale che attendevo...

...come puoi essere sicuro
di ciò che non riesci a conoscere?

E' tardi ora,
mi faccio ombra e svanisco,
la mia fede è in ciò che non vedo.

CREDENDO VIDES
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davveroc arina estr

il 24/11/2002 alle 14:24

Ma va!

il 24/11/2002 alle 20:59

Grazie Ester!
Fede

il 24/11/2002 alle 21:00

Grazie Ale,
ma non volevo renderla horror!
Era un semplice sottolineare con la fantasia l'ipocrisia di chi crede di sapere (gli uomini con lacci e catene) e chi ha una via di fuga nella fede

il 24/11/2002 alle 21:02

Ma va!

il 24/11/2002 alle 21:02