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Pubblicata il 22/09/2013
Continuo a nutrirmi di una favola aspettando, non sapevo di essere fragile, negli occhi e per gli occhi m'accorgo solo di sognare. Sigarette sempre accese testimoniano il mio animo, i crampi allo stomaco tolgono ossigeno al cuore. Ribellare è un verbo composto, ad personam è un latino inutile. Non ho bandiere al vento e non ho niente da mostrare, nell'incuria io vivo e penso nel tormento dei giorni cattivi, un briciolo d'intelligenza quella rimane a memoria di un passato dov'ero migliore. Scrollo le parole facendone imbuto buono per un falò, porto in giro i miei anni nella disperazione dei sensi della pioggia, senza riparo m'accuccio con le ginocchia in bocca, una carezza al cane, mentre continuo ad affogare nell'ansia di un'altra notte da buttare. Solo questo rimane....
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Piace alla mente per riflettere...

il 23/09/2013 alle 01:10

Struggente la scena che hai sapientemente descritto. Versi che fanno riflettere. Complimenti,patty

il 23/09/2013 alle 07:31

apprezzata molto anche io...

il 24/09/2013 alle 12:32