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Pubblicata il 19/09/2013
Ordunque nacqui in remissiva coscienza, ed agiato riposo lenisse il mio giacervi, inerme al delirio del siffatto dubbio scrutai uomo.
poggia capo, in soffice nuvola nella cui ode assaporar fausto fragor accogliesse nel cospetto dell'umana trasposizione mortal arbitrio in qual prodezza evocar l'ameno brusio del silenzio.
amor volteggi e respirar debba in irrefrenata tentazione in cio' che verita' alberghi nell'eco del peccato.
quantunque fossi, cio' che natura prostrar in gergo del siffatto decantato nome, ricercar in terra valor del saggiato candore.
fui guerriero in terra lontana, e devoto saper fu amor nel dardo scoccar e soggiaqui a visione di bisognevole amor. la cui lode trovar nel redento uomo.
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Piacevole testo, amico Diego!

il 19/09/2013 alle 22:25

L'inimitabile Diego! Un abbraccio,patty

il 20/09/2013 alle 07:57

Eccellente rielaborazione di ibridi multiculturali che il poeta converte in un breve lavoro molto gradevole. Un percorso interiore esteriorizzato con arte.

il 22/09/2013 alle 10:33

il desiderio che eccellere nel riversar pensiero in opera non sia sol gioir di penna ma aver voi che amiate l'estro e ravviviate vita nel mio cuor con infinito affetto James grazie a tutti voi: : Sir Morris; Atena: SWA; Ugomas

il 22/09/2013 alle 13:06