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Pubblicata il 19/09/2013
Spalancato il vaso:
i venti contrari a squarciare le vele,
grida e lame d’acqua a lacerare la pelle e il cuore,
ossute mani, il sangue per le sàrtie impazzite.

ancora sbattuto, di nuovo per vasto mare,
(Dei meschini, di me giullare, farsi beffe ancora.
Ma stolto, testardo, cuore dannato
dall’assenza amica, in piedi ancora!)
le coste amate, l’uscio scardinato, sandali stranieri sulla soglia.

(soffia lieve, il ricordo del sole
che si arrampica sui muri,
il frinire sommesso,
l’erba secca che stana i sensi)

sarai ancora lì, dove la rètina t’ha impresso,
sul rilievo d’una riva lontana?
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Affascinanti versi: visione

il 19/09/2013 alle 12:10

Un dramma poetico, raffinato.

il 19/09/2013 alle 18:33

E' il mio primo commento ai tuoi versi e per questo faccio ammenda, mi ripropongo di andarne a cercare altri perchè trovo la tua lirica interessante. Interessante la proprietà del linguaggio, l'uso che fai degli incisi, i termini desueti che usi in maniera assai efficace, le figure mitiche che richiami , la costruzione delle metafore. Uno stile personale e originale sarà interessante, per me seguirne l'incedere. Sergio

il 20/09/2013 alle 06:17

Bellissima, Complimenti di cuore,patty

il 20/09/2013 alle 08:02

Vi ringrazio. Molto. Scambiarsi parole è un'alchimia.

il 20/09/2013 alle 11:56

mi piace la tua cultura classica, brava poetessa, ciao cara

il 21/09/2013 alle 20:52

La mancata sottomissione al volere degli dei o la cieca credenza nel destino? E' come una porta socchiusa che, ad ogni soffio di vento, scopre ciò che sai essere vicino per poi nascondersi alla vista. E varcarla toglierà l'indecisione, restituendo ai sandali stranieri la polvere malamente calpestata della patria terra. Una lettura d'elevato tenore.

il 24/09/2013 alle 09:40