Vedi Tieste,
quale cesto di presunzioni aggrava
i nostri banchetti?
nel dilatarsi di ogni ferita
emerge lo scacco di una baccante
sopraffina.
pelopia stessa ti ritrovò saturo
di profezie, e tu da par tuo onorasti
la visita a suon di grimaldello.
e Pan, fra tutti i costumi incendiari,
scelse quello di pecora bianca
per consentire a Selene di pascolarvi
sopra.
povero Penteo, la cui tempra mascolina
venne reimpastata da una parrucca
in stile riccioli d'oro; ma Dioniso, si sa,
per metà è ebbro di ciprie basche e panciotti
premaman.
catullo affondò le sue guance rampognose
sul ventre a campana di Lesbia, salvo poi
rinnegarla allo scoccare delle “auctae cornae”.
e il mito di quel marahaja che abbandonò
sovranità e corte, per adulare umilmente la
figlia di un fabbro indigente?
ella alla fine si rivelò principessa in incognito,
e gli disse che non poteva sposare un parìa.
una leggenda narra poi di alcune donne
andine, che al mattino attendono
i condor sdraiate in aria su una carrucola.
non appena questi si allontanano, si lanciano
a depredargli le uova con uno scatto per
nulla intimidito.
capisci, adesso, Tieste
perché non invito Alexandra Duvall,
per colazione?
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