PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 11/09/2013
Un foglio bianco e s’accorcia l’estate
primo giorno di novembre e già piove
muti raggi di sole nascosti al silenzio
tutto è passato come un impreciso se,
magari in un sogno si scopre perché
tanto soli si è quando cade la pioggia;
sono solo ricordi o sono solo pensieri?

ancora aleggia quel primo novembre
quando gli chiedevo: Mi vedi, mi vedi?
se fosse rimasto così ora sarebbe diverso
non ci sarebbe questo senso di vuoto
ma quella gioia di quando entrava a casa.
eppure non è stato sempre così grigio
per alcuni anni ho visto luci e colori,
frammenti, intorno a sorrisi voci e amici.
poesia? Non c’era, non doveva; c’era gioco,
distrazione da quel che rimaneva inciso
e nonostante il divertimento tutto era strano
sembrava così finto, sembrava così falso;
mia madre, quanto piangeva, in segreto.

calava la neve nelle lunghe sere d’inverno
nessuno in giro tranne un merlo al parco,
eppure che gioia, felicità quando era notte
perché al domani pensavo: Sarà migliore!
se fosse rimasto così ora sarebbe diverso
non ci sarebbe questo senso di solitudine
ma quella pienezza di quando era Natale.
cantavo in un coro nel cuore della chiesa
quanto mi piaceva, ma quanta aspettativa
chiedevo ancora: Arriva? Quando arriva?
e poi non appariva che gente mai vista
che con allegria ci ascoltava e cantava.

nascevano margherite le mattine d’Aprile
pochi bambini in giro, tutti in casa a studiare
ed io a leggere, anche troppo, a fantasticare.
se fosse rimasto così ora sarebbe diverso
non ci sarebbe questo senso di delusione
ma la bellezza di credere di ritrovarsi ancora.
mamma era a lavorare ed io assistevo nonna,
quanto mi stringeva quando mi amava
giravamo per il viale a guardare le case, un cane
cui si poteva dare qualcosa da mangiare;
ora anche quello è passato, come un sogno.

era estate e ci si divertiva al parco-giochi
dopo aver passato un anno tanto muto
che ora sapeva di luce e lavanda odorosa.
se fosse rimasto tutto così sarebbe diverso
non sarebbe sopraggiunta la malinconia
che ancora adesso riveste le mie ore.
e giocavo perché la vita era quello e altro,
non la tristezza che silente ribolliva segreta.
e ridevo perché era così bello tutto quanto
come i misteri che trovano le loro risposte.
poi l’ho visto, gli ho sorriso come una volta
ma non era più quella persona che amavo,
mia madre, dolce mi teneva tra le braccia
mentre ancora ripetevo: Mi vedi, mi vedi?

un foglio scarabocchiato finita l’estate
prima sera di novembre ed è freddo
brillio lunare sfumato da lievi nuvole
tutto è passato come un impreciso se,
magari in un sogno scoprirò perché
tanto soli si è quando sale la nebbia;
sono solo pensieri, no, sono ricordi.

(2010) A.G.
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I tuoi ricordi con questa tua meravigliosa poesia introspettiva li hai scolpiti nell'anima, anche perché rivedo un po' la mia giovinezza. Ecco le luci, come i colori, quando tentavi di annullare il senso di vuoto e tutto si confondeva. Quante volte abbiamo pensato: "Domani sarà tutto diverso", perché durante l'adolescenza il sentiero delle possibilità era proprio ricco. Ed ecco che affiora nella tua anima la voglia di andare oltre e fantasticare, sognare. Forse è questa la tua grande conquista, al di là di tutto, delle delusioni, della nebbia. Sì, un po' si rimane soli, ma probabilmente è il prezzo da pagare alla nostra voglia di esserci sempre..... Grazie, per aver permesso, con la tua meravigliosa poesia, di entrare nei miei ricordi....Bravissimo Andrea!

il 12/09/2013 alle 10:11

Ecco, una elegia così non saprò mai scriverla, con questo ritmo leggero, questo tono intenso, questa tristezza avvolgente. L'attimo non si può fermare, solo Peter Pan ci riuscì. Mi hai emozionato, Andrea.

il 12/09/2013 alle 10:58

Piacevole racconto!

il 12/09/2013 alle 11:24

Bella questa descrizione dei ricordi che hai stampato dentro la tua materia grigia. Questi colorati ricordi sono venuti a galla in un momento di solitudine, a novembre il mese più triste dell’anno. Descrivere i ricordi, è un poco come rivivere quei dolcissimi momenti di vita ormai andata. Eri un bravo bimbo accudivi nonna e amavi gli animali. Mi ha colpito molto l’espressione: “Mi vedi, mi vedi?”. Certo che mamma ti vedeva, solo che era presa da tante preoccupazioni, lavoro ecc. ecc. Le madri vedono sempre tutto, anzi STRAvedono per i loto figli, loro vorrebbero solo vederli felici e sereni. Andrea, ogni tanto frena la corsa ….......... le margherite sbocciano ancora. Bravissimo

il 12/09/2013 alle 17:06

Carissimo il tuo specchio interiore lancia bagliori chiao-scuri. I tuoi versi sono talmente intimi e personali che non voglio interferire con le mie parole, ma con il mio abbraccio si.patty

il 12/09/2013 alle 20:40

Ringrazio tutti....elisa, una precisazione, le domande sono rivolte al lato paterno...caro fabricio, tu hai grandi capacità, più di me, ognuno al suo unico stile, ed è meraviglioso in quello...un grazie speciale a te Ignazio...buona serata^^

il 12/09/2013 alle 20:57

Non riesco a risponderti cade la connessione... anche ieri sera, volevo ringraziarti per il commento e per la canzone che mi avevi suggerito, che tra l'altro è stupenda, ma non sono riuscita. Proverò più tardi o domani mattina. baci

il 12/09/2013 alle 20:58

Ok...quando la connessione gioca tiromancini, bisogna spettare che si riassesti...grazie ancora, anche per la garbatezza...Un abbraccione, andrea^^

il 12/09/2013 alle 21:04

è un testo colloquiale quieto e tranquillo senza particolari woli pindarici ma tale da adattarsi un po' a tutti dowe tutti ci trowano del sè. c'è una sorta di tendenza al ritornello dei concetti con una frase ipotetica reiterata del secondo tipo impura "se fosse rimasto così ora sarebbe diwerso". infatti c'è una protasi del terzo tipo con una apodosi del secondo tipo quando awrebbe dowuto essere "se fosse rimasto così ora sarebbe stato diwerso" protasi ed apodosi del terzo tipo" o dell'irrealtà. non so cosa wolessi dire ma penso che la commistione d'una protasi del terzo tipo dell'irrealtà ed una apodosi del secondo tipo della possibilità ingeneri in ogni caso un effetto poetico probabilistico d'indubbio interesse. è come se wolessi cambiare la realtà ma non lo puoi owwiamente fare, però non ne escludi totalmente la possibilità che si riawweri :-)))). Però se si considera rimasto come una sorta di "aggettwo" allora la protasi potrebbe al limite considerarsi del secondo tipo.....:-))))i

il 12/09/2013 alle 23:19

dimenticawo dirti che la lettura è stata molto piacewole, quindi un sacco di calamai per te.

il 12/09/2013 alle 23:20

Ti ringrazio Francesco dell'accurato commento...ho voluto ripetere quella frase perchè significativa per me, il senso è più o meno quello che hai espresso tu...riguardo alle disposizioni logiche della frase non è stata una cosa ragionata, ma spontanea...grazie, buona serata, andrea

il 14/09/2013 alle 21:19