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Pubblicata il 10/09/2013
sogno
luoghi bellissimi
ove mai sono stato
montagne altissime
ove mai salirò
abissi oceanici
ove mai scenderò.
lì il pensièr s’espande
correndovi a perdifiato
cieco e senza bussola
col vento tra i capelli.
sento l’amore del cosmo
ed un brivido freddo
si trasforma in calore caldo.
fiori eternamente giovani
annullano il tempo
rannicchiandolo in se stesso,
specchio cristallizzato
nell’immagine
d’un immutabile riflesso.
un pentagramma circolare
ripete se stesso
in un’unica nota immensa
ove infinite melodie,
all’interno si nascondono
cullandosi in multiformi
armonie.
godo
la bellezza dell’universo
annusando
il centro immutabile della spirale
nel cui girotondo
s’annulla la materia.
papà mio caro
racchiuso nella mia lacrima,
in te cerco la soluzione
d’un problema inesistente.
mi guardi fisso
e sapiente della mia storia
non ancora concentrata
nel buco nero
ove tutto confluisce.
dimmi...
che devo fare?
dimmi...
qual è il mio destino?
sento parole mute,
articolate nel sordo sonoro
delle mie orecchie
che ascoltano l’ultimo alito
della tua vita sfuggente.
s’abbozza un sorriso
sul tuo volto serafico,
d’una gioia a lungo celata.
e la mia lacrima
dall’occhio lucido evapora,
sciogliendosi nel sogno
dei dolci perché
senza risposta.
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Mi paiono due poesie che ben si uniscono trascendendo dal finito all'infinito.

il 10/09/2013 alle 16:59

Scorrevole armonia pensante!

il 10/09/2013 alle 17:04

Ma che bella! Con la stessa facilità con la quale riesci a far sorridere, fai emozionare e commuovere. Sei stato proprio bravo! Io meno... una volta su tre non mi riesce di accendere tutti i meriti, ma per questa tua non erano abbastanza. Buona serata,patty

il 10/09/2013 alle 18:13

Mi hai commosso! Dolcissima e straziante! Un bacio!

il 11/09/2013 alle 09:54

“lì il pensièr s’espande”, un verso che riassume per intero il profondo pensiero dell’ode. Questa, permeata dall’accezione più ampia dei luoghi immaginati, riesce a rendere degnamente gli spazi infiniti che ogni giusto spera un giorno di abitare. Sottinteso il termine Paradiso, il poeta è riuscito a liberarsi delle relative rappresentazioni mitologiche e ha adottato una terminologia teologica tutta sua, felice e bene adeguata a indicare quel tipo di beatitudine che gli umili e puri di cuore, tanto cari a Dio, attendono fiduciosi. Il merito dei versi inoltre, deriva dalla spontaneità e dalla loro rapida ed energica successione, dalla modulazione dei toni e dall’influsso che riflettono sul lettore.

il 11/09/2013 alle 13:03

Meravigliosi sogni d'infinito. BELLISSMA

il 11/09/2013 alle 21:58