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Pubblicata il 31/08/2013
Nell’estate del 2012, la mia famiglia ed io, trascorremmo le ferie estive nel mese di luglio; tornati a casa, ci attendeva ancora un lungo periodo di vacanze ed io pensai subito che mi sarei annoiato terribilmente, i miei genitori infatti avrebbero ripreso a lavorare normalmente e quindi avrei passato lungo tempo dai nonni paterni. La nonna passava la giornata a cucinare, mentre il nonno era sempre in giro a comprare gli ingredienti che sarebbero poi serviti alla nonna; il povero nonno non faceva in tempo a tornare a casa con una busta della spesa che subito la nonna lo rimandava ad acquistare qualche piccolo ingrediente mancante; i due andavano avanti così per tutta la mattina e gran parte del pomeriggio ed io, tra un programma televisivo e un videogioco mi annoiavo sempre più. Quel giorno scesi nel giardino situato proprio sotto l’abitazione dei nonni, anche da lì potevo avvertire il profumo del ragù della nonna che si diffondeva ovunque per le vie del quartiere. Poco più in là, una ragazzina della mia età, giocava tirando sassi alle lucertole, per fortuna senza colpirle; lei si voltò verso di me e subito pensai che dovevo essere proprio sfortunato: l’unica persona attorno a me nella città deserta era una bambina, e perlopiù sadica. “Io mi chiamo Rossella ma gli amici mi chiamano Ro”, mi disse con voce squillante; “ciao Rossella”, risposi chiamandola con il nome per intero per farle capire che non volevo essere suo amico. Un’ora dopo però avevo già cambiato idea, era divertente, simpatica e piena di idee e in più non faceva quelle cose “stupide” che solitamente fanno le ragazzine della sua età. Grazie a lei, imparai a costruire capanne con le foglie, archi e frecce e, utilizzando spighe di grano verde, dei piccoli cappietti, che ovviamente servivano per catturare le lucertole: non ho mai capito perché ce l’avesse tanto con quei piccoli animaletti, chissà, forse perché correvano più veloci di lei. Un giorno Ro decise di costruire una casa sull’albero, si da subito mi sembrò una buona idea e quindi ci recammo in un vicino cantiere dove, con un po’ di fortuna, e approfittando della chiusura estiva, riuscimmo a recuperare del materiale: assi di legno, corde e persino chiodi e martello. Avevamo già individuato l’albero, un castagno abbastanza grande, situato proprio dietro la casa dei nonni, quasi al confine con i binari delle Ferrovie Nord Milano. Utilizzando una scala, sempre presa in prestito dal cantiere, iniziammo a costruire la nostra casa sull’albero. Ro era brava anche in questo, mi diceva sempre che aveva costruito almeno dieci case del genere, una addirittura con tanto di camino e canna fumaria che però, alla prima accensione del camino, aveva preso fuoco assieme a tutto l’albero. Io non le credevo affatto, ma da come procedevano i lavori, sembrava che ne sapesse di più dell’architetto che aveva progettato il cantiere lì vicino e dal quale prelevavamo tutto l’occorrente per la costruzione. Ben presto il pavimento fu completo; Ro aveva convinto qualche vicino incosciente, a tagliare gli assi della misura giusta, qualcuno obbiettò che non aveva la sega idonea ma Ro con uno sguardo di intesa, mi indicò di andare, e sapete già dove, a recuperare l’attrezzo. La costruzione della casa procedeva senza soste e, più la casa prendeva forma, più Ro ed io diventavamo amici. Oramai riuscivamo a capirci anche senza parlare, bastava uno sguardo, un gesto o addirittura anche in silenzio riuscivamo a comunicare grazie all’intesa che oramai si era creata tra di noi. Fu così che, proprio verso la fine dell’estate, Ro mi disse che doveva tornare a casa sua in Toscana perché la vacanza era purtroppo terminata. Il tetto della casa non era ancora pronto ma questo non fu un male perché, l’ultima sera insieme, Ro ed io la passammo stessi sul pavimento della piccola casa sull’albero a guardare le stelle e ad inventare un nome per ogni costellazione che riuscivamo ad individuare. Ro dette il nome alla più bella di tutte che, da quel momento per noi divenne: “la costellazione della lucertola”.

la storia che ho appena scritto è completamente inventata, ma se dovesse accadere di passare un’estate con un amico o un amica, vorrei che succedesse qualcosa del genere e che si verificassero quegli episodi che mi consentirebbero di vivere la stessa magia vissuta con lei, con Ro … la mia migliore amica immaginaria …

I Bimbi della via Veneto - Piccoli Bimbi crescono

lory (12 anni) & Maluan
  • Attualmente 2.8/5 meriti.
2,8/5 meriti (5 voti)
Jul

Continua a scrivere queste storie, fanno bene al cuore, al cervello che lavora creando,disegnando ed immaginando ed a coloro che leggono. Ciao, Jul

il 31/08/2013 alle 12:07

Piaciuta. ☺

il 31/08/2013 alle 17:43

Una storia fantasticamente reale! Molto, molto, brava! + 3

il 31/08/2013 alle 18:15

scritta egregiamente e accattivante

il 31/08/2013 alle 18:37

La fantasia è la salvezza e i bambini ce lo insegnano ogni giorno. Bellissima lettura. Buona serata,patty

il 31/08/2013 alle 18:48

realmente fantastica,ciao

il 01/09/2013 alle 11:18

realmente fantastica,ciao

il 01/09/2013 alle 11:18

grazie a tutti ::) i ragazzi della via Veneto

il 01/09/2013 alle 17:20