PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 31/08/2013
A Leopardi,

poeta desolato

sepolto

in un borgo selvatico.

lontano dagli sguardi;

grande cultore ed erudito

signore di se stesso e del suo

genio;

capace di trovare parole,

laddove non c’erano

per nessun altro,

osservando la natura,

e le cose,

con attenzione certosina

e feconda.

curvo nelle sue carte,

perduto al mondo e a se stesso,

vita negata,

relegata

tra le carte e i testi

e tomi

della biblioteca,

il suo mondo.

lì serrato,segregato

in perenni ed inconsolabili

solitudini,

malvisto,

a volte incompreso;

eppur grande e

irraggiungibile

nel dolore suo,

suo unico amico e

compagno.

anima vagante e persa,

senza ristori,

senza conforto.

difficile da capire,e mai capito

dai suoi conterranei.

la sua solitudine grande,

come la sua afflizione;

e il cercar di fuggire,

e poi tornare,

fino all’addio a Recanati,

posto di crudeli ed infimi,che mai

compresero,

il grande tra loro.

leopardi col suo sguardo triste,

l’incarnante

del travaglio del poeta,

spesso in attrito col mondo,

e sempre solo,con le sue

idee e i suoi tormenti;

inseguendo il pensiero suo,

segreto e sofferto;

gioia per i lettori.

poeta fatto di pena e di abbandono;grande ,fra tanti piccoli.
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"grande ,fra tanti piccoli.", ma oggi: uno dei più grandi. Basti ricordare che a 13 anni scriveva correttamente il greco.

il 31/08/2013 alle 12:33

una bellissima dedica...una cosa mi rattrista nella fine, poeta grande, fra tanti piccoli, pur avendo inteso la dolcezza di questo appellativo anche celebrativo, ovvero che si innalza rispetto ad altri autori, pur bravi, ma non di tale portata, mi fa pensare che oggigiorno Leopardi, è diventato un poeta di quelli che si leggono a scuola, ma trattato in un modo tanto avvilente che ne sbriciolano la bellezza....vabbè...bel testo per un grande poeta, ciao^^ e bravo a che a te...

il 31/08/2013 alle 16:38

Bravo Stefano.. bellissima dedica ad un Poeta esemplare!

il 31/08/2013 alle 18:19

sulla grandezza poetica di LEOPARDI, sulla sua erudizione e sul suo genio letterario non si discute. essi sono in parte figli anche della sua condizione fisica ed anche un po' della sua sciatterìa su se stesso (pare che non si lavasse molto spesso e che fosse troppo trasandato nonostante la buona famiglia da dove derivava). era pur certo che in tal modo le femmine erano un miraggio per lui e questo ne ha acuito la solitudine esistenziale generando però capolavori eterni. all'estremo opposto un viveur dissoluto era Foscolo che ha generato altrettanti capolavori partendo da condizioni esistenziali, culturali e caratteriali del tutto opposte. Il genio è purezza e prescinde dalla materia dove è inscatolato.

il 31/08/2013 alle 18:34