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Pubblicata il 30/08/2013
Jasper
ha sognato ancora
il diluvio danzante le brughiere,
le asperità della dolina immersa
nel grigiore della selva.

Chiedeva
di seguire la Compagnia dei
Cavalieri Scalzi, gente dal volto
sfibrato da una nube ribelle.

“Jasper, non morire”
nel concitato sonno la voce di
Rafìa era l'unico scoglio, mentre
l' austro ubriaco svelleva i giardini
di grano.

Una mattina nel losco fortore
di foglie bruciate, il guerriero tuonò
il proprio risveglio, tendendo lo scudo
alla cricca di paladini venuta in
soccorso.

“Etambò ci manda, dal castello di
Bruma. Lo scudiero è già pronto,
se vuoi, Hiamàn è un cavallo veloce;
non dubitare di noi, siamo invisi
alla notte come vascelli d'aurora.”

dolce il pensiero ancora pregno di premonitore sogno,
si rifocilla pio al contatto d'acqua di cui ha mero bisogno
“Attendetemi all'uscio oh miei generosi impavidi cavalieri,
lasciate che rifletta gaio con me stesso oggi più di ieri...”
una lama nascosta dilagò su entrambe le prodi braccia,
non fidarsi è bene sin quando non vedi il nemico in faccia.
(continua...)
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piaciuta e anche giusta,salutone

il 30/08/2013 alle 19:36

saluti, complimenti

il 30/08/2013 alle 22:18

attenderò la fine, intanto questo testo è bello nel suo svolgersi...complimenti, ciao.^^

il 30/08/2013 alle 23:20

evocativa ... piaciuta un bacio Maluan

il 31/08/2013 alle 12:36

Quando mi hai chiesto di collaborare con te.. non ho avuto alcun indugio!

il 31/08/2013 alle 16:42

Bravi, complimenti.☺

il 31/08/2013 alle 17:46

Non sta scritto da nessuna parte ma si capisce al volo che é tua e di Sir Morris! Piaciuta!

il 31/08/2013 alle 20:43

Grazie, Astro!

il 02/09/2013 alle 00:53

Grazie tante, Alice! Un complimento così ti fa sorridere profondamente la mente!

il 02/09/2013 alle 00:54

Affascinante componimento! Bravissimi

il 02/09/2013 alle 21:23