In amore può pure plus valere
Verus Mimnermi che quello d'Homero;
Il cielo può di notte esser pur nero,
Sì come ci si siede sul sedere
Che poi Mimnermo stesso, lui ignorasse
L'alto valore di quello che andava
Scrivendo, non ci importerà una fava
Fino a che il German berrà l'Oasse
Solo, s'alza una voce là dal fondo:
"Mimnermo? Che significa il suo nome?"
Con tono peregrino e vagabondo
E con insofferenza dici "Come!
L'ignoranza oggi giunge a tale punto?"
E ti risponderò: vi arriva, appunto
*
Immergiamoci, orsù, in questi barocchi
Stravolgimenti gai e salamelecchi;
Ognuno guardi sé ma di sottecchi
E stampi tale introspezion sugli occhi
Poi si dica: per il Signore buono
Che ci insegnò a dipingere col calamo
Scaviamo ora nel legno un altro talamo
Sì che le buccine dian quel suono
Si dica: non respirerò altrimenti;
E subito trentaquattro serventi
Dovrebbero venire con del ghiaccio
Poi noi si parlerà in partenopeo;
Poi che libato avremo tale assaggio
A casa si ritorni, orando a Deo
*
Io, invero, io berrò prima l'azoto
Liquido, prima mangerò il metallo,
Che ammettere che pure sia mio fallo
Quello di cui tuttor mi vanto in toto
Io, mi si dice: bendati la testa!
Piuttosto intingerò il mio bel pennino
Nel tossico, nel fumo e nel chinino
Prima che io senta ancora questa
Litania, che fra il coro un po' blasfemo
Dei miei enjambements sta rannicchiata
E si dispiega e fa ch'io sembri scemo
E fa che, pur purificando tutto,
Non degno nemmeno questa fiata
Mi senta, d'ambir l'alto costrutto