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Pubblicata il 21/11/2002
Vivere
non morire
qual è la differenza?
Essere
non subire
del tempo la violenza.

(1995)
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...bella domanda ti sei e ci hai proposto...la firmi 1995...cosa è cambiato...te la riproporrai ogni volta che una difficoltà si presenterà al tuo petto...
...il tempo ci violenta...solo se ci facciamo violentare...lui resta e noi lo passiamo ad arrovellarci la mente...il nostro problema è che vogliamo vedere solo quello che "noi" desideriamo vedere...ah se riuscissimo a vedere quello che Lui ci mette davanti in ogni momento...tutto sarebbe diverso...ma anche nella fede andiamo a cercare gli appigli per condannarla...forse è nell'indole umana non accontentarsi mai...e l'accontentarsi non è rassegnazione...credo, invece, che sia una forza che ci manca...e che ci precludiamo proprio perchè non vogliamo perdere tempo...tutto e subito...questo è il nostro motto...
...sai che penso?...che siamo noi a farci violenza il più delle volte...ci piace essere vittime agli occhi di noi stessi...così giustifichiamo la nostra vigliaccheria ad affrontare la vita...
...stamane dovrai perdonarmi più del dovuto...ma con te mi piace ragionare...e quindi sarà da te che prenderò spunto di meditazione...anche se oggi ho letto molte poesie "sofferte"...cmq grazie per i tuoi versi...sempre molto profondi...se oggi hai pubblicato questa...un motivo c'era...e..........
...ciao amico mio...e ancora scusa per l'invadenza dei miei pensieri...
...un bacio...simy

il 21/11/2002 alle 08:36

Anche se datata, la lirica ha una sua innata attualità e freschezza.
Essere, esistere PER non subire la violenza del tempo!
Una affermazione della sacra vita contro lo scorrere inesorabile di una dimensione umana.
Bravo
Er

il 21/11/2002 alle 09:27

mille volte mi sono posta questa domanda se ne valesse al pena a continuare a soffrire ma ora so cosa vorrei risponderre... vivere è al cosa più belal che possa esistere bacie ster

il 21/11/2002 alle 10:18

In un momento di rinc...mento pre-senile ho citato Amleto nella risposta all'altro tuo commento; forse stiracchiandolo un po'... perdonami.
La violenza del tempo era riferita alla memoria del passato, che talvolta ci fa tanto male da impedirci di vivere degnamente.
Un abbraccio anche a te.
Gaetano

il 21/11/2002 alle 21:36

Non devo perdonarti nulla: potremmo passare ore e ore e ore a parlare senza stancarci, abbiamo parecchio in comune, salvo una.
Tu riesci a vedere Lui ovunque mentre io, lo sai, ho un concetto diverso della divinità: per questo ti ammiro, potrei dire ti invidio ma questo è un vizio che non conosco (uno dei pochi ;-o).
Anche a te rispondo spiegando che "la violenza del tempo" si riferiva al passato, alla memoria (ormai s'è capito che è un chiodo fisso) che talvolta ci impediscono di vivere degnamente.
Cmq mi fa piacere che le mie considerazioni possano essere per te spunto di meditazione.
A presto
Gaetano

il 21/11/2002 alle 21:46

Grazie per il bravo.
Mi spiego meglio: il tempo violento è quello del passato, non quello del presente che va via.
Ma anche la tua interpretazione è perfettamente valida, e forse si adatta di più ad uno della mia veneranda età ;-))
Scherzi a parte, ti ringrazio ancora: i tuoi commenti sono sempre precisi e mi danno sicurezza di riuscire a comunicare qualcosa.
Gaetano

il 21/11/2002 alle 21:51

Non credo sia mai esistito un uomo che non si posto questa domanda almeno una volta nella vita.
Cara Ester, io però nella tua ultima frase sostituirei "è" con "può essere", ma può anche essere la cosa peggiore: anche rimanendo comodamente seduti in poltrona, facciamoci un bel giro di mappamondo e vediamo se proprio tutti gli ospiti di questa terra possono dire che la vita è bella. Lasciamolo dire a Benigni, tanto poi ci ragiona su e fa il Pinocchio dal naso lungo.
Un caro saluto.
Gaetano

il 21/11/2002 alle 22:00