Ho provato ad essere cieco
nella deriva,
senza sapere quando comincia
e quando finisce un giorno.
Ho camminato sui sentieri malati
dell’insonnia,
fra rottami che la vita rifiuta
con una grande sete di parole.
Fiori antichi sepolti nella pietra
hanno cantato quando l’alba è nata
agli aerei confini della terra.
C’era un’incompiuta primavera
in me sepolta;
era un’attesa, forse era una voce dentro,
più dolce d’ogni voce udita;
una speranza d’aria, indefinita
come un vago miraggio.
Tu sei venuta alla mia ombra
in un giorno di rose nuziali
a spezzare il muro immenso della mia notte.
Luca Buzzoni