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Pubblicata il 20/11/2002
Che angoscia queste notti
che ancora agli uomini conciliano il sonno,
lustrando coltelli che luccicano,
dormendo coi pugni stretti,
e risvegliandosi coi segni sanguigni delle unghie
impressi sulle palme delle mani.

Non si può tollerare
che qualcosa svanisca per non riapparire più:
vorrei essere in un’altra vita,
avvolto da un energia più vasta, più copiosa,
che non contenga me solo,
bensì innumerevoli uomini e donne
e cani, alberi, strade.

Lamento della vita che ti lascia,
di paura ultima a venire,
del corpo che s’appresta a morire
e non vi riesce per vigliaccheria.

Vorrei domani morire,
recando parole d’amore sulle labbra,
nell’aurora di una notte infinita.
Solo. Di fronte al cielo indifferente.
Nessuno avrà saputo la mia fatica
per difendere un amore,
disprezzato, calpestato, ucciso
dall’interesse più bieco.



Luca Buzzoni
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sonos enza parole ester

il 20/11/2002 alle 18:58