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Pubblicata il 26/07/2013
Dal tram scendevi fanciulla dal nome
sconosciuto sul portone del liceo
ti guardavo timido per te incerto
quel sentimento che viene chiamato amore
quale l’aprirsi del pesco il roseo fiore
al tepore primo della primavera.
tremula e incerta pure la voce
mia nel desiderio urlante di chiamarti
qual cinguettio come strozzato e piano
del passero novello spaurito nel nido
suo protetto e non pronto al gioioso
canto sul ramo non lontano
del pruno di bianco rivestito
come spavaldo intona invece il suo
il fringuello proprio lassù quale innamorato
alla fine di una tarda e lenta primavera.
cambiata fu un giorno la fermata
io non ti vidi più e cercai invano
più volte la scuola marinando
al posto nuovo il volto tuo di nuovo
quale dolce e mia tenera visione.
mutato il luogo mutata la stagione:
sconvolta fu al suo termine e d’improvviso
quella mia vissuta come sogno primavera
la grandine venne a tormentar del pesco
i fiori e lontano fuggì poi dal nido suo
il passero ormai già pronto al volo
per la tempesta muta pur la voce sua
del richiamo anche lui fuggito spentosi
lassù il canto del fringuello innamorato
si spensero così dal cuore e dalle labbra
cara fanciulla dal nome sconosciuto
gli acerbi e non espressi per te miei sentimenti.
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Bellissima poesia. Spero che quella timidezza non ti appartenga più... Ha perso uno dei treni che la vita raramente ci regala. Buona giornata,patty

il 26/07/2013 alle 16:24

5 Meriti per la tua intensa attenzione ai particolari senza entrare mai nella trappola della banalità incombente del materialismo immanente!

il 26/07/2013 alle 18:54

bei versi in scorrevole lettura ,ciao

il 29/07/2013 alle 15:39

Mi hai riportato indietro nel mio tempo, quando timidissimo, m'innamoravo in ugual maniera e poi finiva in modo altrettanto uguale. Belle queste tue miniature particolareggiate

il 29/07/2013 alle 18:02