C’è un uomo che muore
in questo momento,
lo sento ansimare e ovunque si trovi
il suo volto è coperto da un mantello.
il mio.
c’è un uomo che piange
oltre questo muro
ed io che gioco a fare Dio...
mi odieranno per sempre,
ma cosa posso fare se con un gesto
si cancellano mondi,
se a un mio sbadiglio sento pugnali
affilarsi alle mie spalle.
mi odieranno per sempre,
mi cancelleranno dai libri,
abbatteranno le mie statue,
ma ne costruirò talmente tante
che trascorreranno secoli
prima che possano spazzarne le polveri...
e i “grandi posteri”, supremi schiavi dell’utile,
sorreggeranno con corde e pulegge
i resti delle macerie che ho lasciato.
e da quelle pietre nasceranno fiori ed erba
ricomincerà un nuovo ciclo
e nuovi attori baceranno l’uva,
la cui vite innaffiò il mio sangue.
madre,
non è stato poi saggio affidare il destino a un suonatore di cetra...
c’è un vento caldo che sale questa sera
e una città che urla,
i più grandi geni d’ogni tempo
mi sono accanto
e mi comprendono,
prometto loro che saprò farmi da parte,
scomparirò non appena il giorno
sarà pronto a dissipare le tenebre,
scomparirò con loro.
non vi sarà più musica, sopra una landa di brace,
per occhi volutamente chiusi,
non vi saranno corde per le mie dita troppo veloci.
non temete,
oh piccoli giustizieri indifesi,
da questo inferno andrò via presto,
a voi lascio la vita e dunque getto
la cetra in questo sogno
questo è l’Ade