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Pubblicata il 28/05/2013
Sono stato uomo di dialogo e di frontiera,
personaggio scomodo di giorno e di sera,
profeta e matto, surreale e con buon senso,
sono stato Gesù e Giuda, amaro e melenso.

sono stato tutto e niente, lucente e oscuro,
dritto e rovescio, irremovibile e poi insicuro,
sono stato una coperta troppo lunga o corta:
a digiuno e con in bocca una fetta di torta.

sono stato banale e assieme straordinario,
monocorde e multiforme, coerente e vario,
sono stato il solo a non essersi mai arreso
ed ero già al riparo quando mi hanno preso.

e ora in una prigione che si spaccia per vita
sorrido ma nell'animo ho una pena infinita:
la paura di non poter mai più vedere la vetta,
la volontà di riemergere, facendolo in fretta.
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Questo sì che si chiama poetare, questo sì che si che vuol verseggiare!

il 28/05/2013 alle 15:10

bravo :-)

il 29/05/2013 alle 12:33